Non so se abbiano fatto bene o male a radiare Feltri, direttore del quotidiano “Libero”, dall’ordine dei giornalisti per aver pubblicato il 29 settembre scorso sette foto ricavate da uno dei siti porno di pedofili russi, più un’ottava scena di violenza tratta da un video. E’ in atto una discussione, che come al solito, ha finito col prendere una piega politica. Non ho visto le immagini da lui pubblicate, né mi sento di mettere in dubbio la buona intenzione che l’ha spinto a farlo. Anche se nutro il sospetto che in queste scelte vi sia spesso un calcolo: fare notizia e realizzare una maggiore diffusione del giornale. Quello che sembra certo è che i bambini vengono troppo spesso usati come mezzi per fini che interessano gli adulti. Il peggiore di questi è l’uso vergognoso che ne fanno i pedofili e la violenza che ne consegue. Un uso di altro genere è quello pubblicitario e poi quello più sottile e subdolo di genitori in difficoltà che esibiscono i loro piccoli per impietosire e ottenere delle offerte dai passanti. Nell’epoca tecnologica c’è persino chi programma esplicitamente un figlio per ottenere un organo, o delle cellule compatibili per il trapianto su un altro figlio. Ci sono bambini rapiti, scomparsi, persino una bambina bruciata per gioco. Un giornale titola oggi : Bimbo seviziato, madre suicida. Che cosa sta succedendo nella nostra società? L’amore, il rispetto, la custodia, la protezione dei bambini sono i criteri di valore di una civiltà. Se andiamo fuori, nel vasto mondo, vediamo bambini uccisi dalle bombe mentre infuria una guerra, l’assalto ad uno scuola-bus, con feriti (una bambina perde una gamba). La tecnologia militare ha pensato a “mine giocattoli”. Grazie a Dio ci sono anche le famiglie sane che curano anche con sacrificio i loro figli e li tutelano per impedire loro esperienze negative e dolorose. A queste famiglie si deve rispetto e sostegno. la società e la politica dovrebbero guardare con maggiore attenzione a questa realtà tenendo conto nel fare leggi e programmi del punto di vista della crescita e della educazione dei piccoli. In questo modo si potrà investire nel futuro e ritrovare una maggiore “umanità” nei rapporti sociali e nei comportamenti quotidiani. Una bimba di tre anni, legata con affetto quasi ossessivo ad una madre in difficoltà e senza una casa, ritornata dopo un periodo di assenza, mi ripeteva: mi riconosci? Ecco il punto. I bambini hanno bisogno di essere riconosciuti e valorizzati nella loro identità personale. Non sono cose da usare, neppure per nobili scopi. Non sono possesso di nessuno, neppure dei genitori, ma persone vere con tutta la dignità che questo comporta.
Bambini usati
AUTORE:
Elio Bromuri