Un incontro dibattito dal titolo Mobilità sociale e disuguaglianze: il caso Umbria per presentare anche a Spoleto il terzo rapporto dell’Osservatorio sulle povertà in Umbria. Organizzato dalla Caritas di Spoleto – Norcia, è stato coordinato da Daniele Benedetti, vicesindaco di Spoleto. Come ex assessore alle politiche sociali, seguendo tuttora le politiche della formazione e del lavoro insieme all’assessore Cristofori, Benedetti ha tenuto ad affermare come nella nostra città ci siano numerose situazioni di povertà quotidiana. “Ci sono fasce di povertà sempre più ampie e sempre più ampie sono le fasce di popolazione inglobate in queste tematiche. Le categorie in questione – ha detto Daniele Benedetti – sono famiglie che, anche monoreddito, non riescono ad arrivare alla fine del mese”. Dovremmo quindi cambiare la nostra idea di povertà, i poveri non sono solo anziani o stranieri, ma anche famiglie con persone che, perdendo il posto di lavoro, si trovano in povertà. Per quanto riguarda il Comune, il Vicesindaco ha illustrato i provvedimenti in fase di attivazione: il progetto che riguarda le abitazioni, coinvolgendo i soggetti interessati per sistemare in maniera stabile i nuclei familiari, e il progetto delle unità di formazione lavoro, per creare una rete tra enti e istituzioni per garantire ai ragazzi e alle giovani coppie un lavoro. Paolo Montesperelli, sociologo e curatore del rapporto Aur (Agenzia Umbria Ricerche), ha esposto i risultati dell’indagine, puntando l’attenzione sulla disuguaglianza sociale, che è alle radici della povertà, e che deriva dalle caratteristiche principali della nostra società, dalla concentrazione delle risorse e delle opportunità. Dopo aver illustrato la situazione globale – citiamo solo che all’interno dei paesi industrializzati sono dieci milioni le persone che soffrono la fame – il professore ha spiegato che l’Umbria appartiene ad un gruppo di regioni poste a metà nella scala di quelle ricche e quelle povere, trovandosi in un’area di lieve sottosviluppo. Nonostante questo il divario tra ricchi e poveri è sempre più ampio, i cosiddetti coefficienti di disuguaglianza sono più evidenti. I giovani vengono agevolati ma non tutti nella stessa misura, chi appartiene ad una categoria sociale tende a rimanere in essa, sono davvero pochi quelli che riescono a salire sulla ‘scala’ della società. Mons. Riccardo Fontana, arcivescovo e delegato Ceu per le Caritas, ha fatto riferimento invece anche all’esperienza della Caritas, ente che nel territorio cerca di farsi garante dei poveri. Chi si presenta a chiedere aiuto non è solo lo straniero: ben 3 assistiti Caritas su 10 sono umbri. “Nella mensa della misericordia – ha ricordato mons. Fontana – abbiamo una costante presenza di gente che viene a mangiare perché non ne ha. Ma tanti non vengono invece perché si vergognano! C’è proprio una condizione di sofferenza, una situazione preoccupante”. Ed allora ecco l’invito ad “uscire fuori dal Nirvana”: “Guardiamoci intorno, cerchiamo di attivare la solidarietà.” E le istituzioni cosa fanno? Il consigliere regionale Giampiero Bocci ha voluto riproporre la tassa dello scopo: togliere una cifra minima a tutti i cittadini per migliorare la vita di quelli in difficoltà. Ha inoltre ribadito come per lui il welfare e lo sviluppo debbano camminare di pari passo, anzi siano complementari: “Noi dobbiamo rovesciare una impostazione che interpreta il welfare come un freno ed un ostacolo allo sviluppo”. L’assessore all’istruzione, formazione e lavoro, Patrizia Cristofori, ha sostenuto con fermezza che il grande problema della povertà “non è un problema di destre o sinistre, ma di politiche. La scuola non basta più, anche la scolarizzazione non è più una risposta ai problemi occupazionali; è un problema di carattere culturale.”
“Attiviamo la solidarietà”
Presentato anche a Spoleto il terzo rapporto dell'Osservatorio sulle povertà in Umbria
AUTORE:
Sara Fratepietro