p align=”justify”Non è consueta una propaganda ateistica dalle nostre parti. Eppure così è successo (vedi art. a pag 4). I promotori che si dicono atei sono in realtà seguaci di una strana e stravagante religione che ha alcuni seguaci, pochi, il cui principale intento è quello di invitare i credenti a “sbattezzarsi”, dichiarare la propria apostasia e aderire alla setta dei raeliani. È forse vero quello che teologi e filosofi hanno sostenuto e cioè che un vero ateo non esiste: una persona che con ragioni certe e sicure affermi che non vi è altra realtà oltre a ciò che si vede e si tocca con mano. Possono esserci e ci sono persone, alcune anche conosciute come il filosofo Norberto Bobbio scomparso non molto tempo fa, che dichiarano di non essere giunti a credere perché la loro ragione non si è lasciata convincere e sono rimasti nell’incertezza, nel dubbio, confessando l’insuccesso di una ricerca. Si dichiarano agnostici, sospendono il loro giudizio sui grandi temi della creazione, della vita, della sofferenza, della morte, della giustizia, della sorte eterna. Persone consapevoli della grandezza del mistero dell’esistenza che rimangono al di qua della soglia della rivelazione delle verità ultime. Verso costoro si deve rispetto e sospensione di giudizio. La Chiesa prega Dio per coloro “di cui tu solo hai conosciuto la fede”. Un teologo domenicano scrisse alcuni decenni fa un libretto indirizzato a coloro che si dichiarano atei, intitolato “Atei miei fratelli”. C’è anche la storiella, raccontata dal teologo Bruno Forte, di un filosofo che dice al suo amico teologo: ‘ogni giorno mi ritrovo ateo in cerca della fede’, intendendo la fede cristiana, cui il teologo risponde: ‘io ogni giorno mi ritrovo un credente che è tentato di diventare ateo’. Per dire che tra cosiddetti atei e cosiddetti credenti ci può essere un legame di rispetto e di amicizia nella comune fatica della ricerca della verità, una ricerca che si rinnova ogni giorno e che, se è sincera, impegna e nobilita l’intera esistenza. Ateismo e fede sono compagne di viaggio verso un mistero che trascende tutti e rende affascinante la vicenda intellettuale dell’uomo sulla terra. Diversa la situazione oggi, per molteplici aspetti. Ci si trova di fronte a fenomeni di banalizzazione e strumentalizzazione della dimensione religiosa attraverso la commercializzazione di proposte di culti alternativi, fatti e costruiti in casa da venditori prezzolati che offrono talismani, esercizi ginnici, diete, presunte rivelazioni, contatti con i morti, previsioni del futuro attraverso il gioco delle carte, piccole mode sincretistiche, scorciatoie per risolvere disagi psicologici, arti magiche, superstizioni, e persino il satanismo. Derive volgari, deludenti e talvolta tragiche di un pensiero non debole con la coscienza di esserlo, ma pigramente rinunciatario che si abbandona al primo ciarlatano che incontra. L’ateismo tragico e sofferto, l’ateismo antropologico che presumeva di essere strumento prometeico di liberazione, oggi passa per la credenza in presunti esseri extraterrestri o negli elohim o nel passaggio epocale dalla costellazione dei Pesci a quella dell’Acquario o simili inconsistenti fantasie. Un esito ridicolo se non fosse anch’esso tragico nel senso che denota una perdita di umanità.
Atei. Chi?
AUTORE:
Elio Bromuri