In vista del referendum del 12 – 13 giugno il vescovo mons. Mario Ceccobelli, anche su sollecitazione di diversi ambienti, ha sviluppato una interessante ed approfondita riflessione sulle tematiche che il referendum coinvolge, raffrontandole, in maniera molto documentata, sia con l’insegnamento della Chiesa che con l’orientamento della ricerca scientifica più avanzata ed attenta. Un contributo davvero significativo messo a disposizione anche dei nostri lettori. IIl referendum per l’abrogazione di alcuni importanti punti della legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita (Pma) non può che spingere ogni uomo di buona volontà a riflettere coscientemente su una tematica complessa e delicata come quella della difesa della vita. Da parte cattolica, proprio in momenti decisivi come questo, risuonano con particolare attualità gli insegnamenti della costituzione pastorale ‘Gaudium et Spes’ del Concilio Vaticano II. Proprio in quel documento conciliare, al numero 28, possiamo leggere: ‘il rispetto e l’amore deve estendersi pure a coloro che pensano od operano diversamente da noi nelle cose sociali, politiche e persino religiose, poiché con quanta maggiore umanità e amore penetreremo nei loro modi di vedere, tanto più facilmente potremo con loro iniziare un dialogo’. Sarebbe un errore se le discussioni suscitate dal dibattito intorno al referendum sulla Pma conducessero ad una drastica contrapposizione fra cattolici e società civile, proprio in un momento in cui parte del mondo scientifico e laico sembra trovare non pochi punti di accordo con l’insegnamento della Chiesa sulla difesa della vita. Nello stesso tempo, però, si deve riconoscere alla Chiesa il diritto e il dovere di annunciare, senza compromessi o annacquamenti, la verità che ha ricevuto dal Signore Gesù Cristo e di cui essa è depositaria e custode. La stessa ‘Gaudium et Spes’, infatti, precisa subito che ‘certamente tale amore e amabilità (verso chi pensa od opera diversamente da noi, ndr) non devono in alcun modo renderci indifferenti verso la verità e il bene. Anzi è l’amore stesso che spinge i discepoli di Cristo ad annunziare a tutti gli uomini la verità che salva’. È quindi importante fare chiarezza su alcuni aspetti del dibattito in corso in questi giorni. In primo luogo, bisogna affermare chiaramente che la legge 40 non può essere considerata una normativa totalmente in linea con l’insegnamento morale della Chiesa. Lo ricordava già lo scorso gennaio il card. Camillo Ruini nella sua’rolusione al Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, affermando che ‘questa legge, sotto diversi e importanti profili non corrisponde all’insegnamento etico della Chiesa, ma ha comunque il merito di salvaguardare alcuni principi e criteri essenziali, in una materia in cui sono in gioco la dignità specifica e alcuni fondamentali diritti e interessi della persona umana. C’è un altro aspetto del dibattito inerente alla Pma sul quale i cristiani non possono non fare chiarezza. Si tratta dello statuto ontologico dell’embrione umano. Chi è l’embrione? L’insegnamento della Chiesa è inequivocabile. Già al momento del concepimento ci troviamo di fronte a un nuovo essere umano che quindi, fin dal primo istante della sua esistenza, deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto inviolabile di ogni essere innocente alla vita (cfr. CCC. n. 2270). La moderna scienza biologica fornisce a tutt’oggi risultati che sembrano confermare l’insegnamento tradizionale della Chiesa. È interessante che autorevoli scienziati laici, e per questo insospettabili di qualunque ‘parzialità cattolica’, vengano ad informarci di come l’embrione umano, fin dal primo istante di vita, contenga un patrimonio genetico unico e irripetibile scritto nel Dna, sia un individuo assolutamente distinto dall’ovulo e dallo spermatozoo da cui proviene e viva un processo di sviluppo continuo. Non mancano tuttavia scienziati altrettanto autorevoli che nutrono dubbi sulla possibilità di considerare ‘persona’ l’embrione umano. Ma proprio tali pareri discordanti all’interno della stessa comunità scientifica dovrebbero far prendere in considerazione il ‘principio di prudenza’. (…) Eppure, da più parti si sostiene la legittimità della soppressione degli embrioni per ricavarne cellule staminali utili, così si dice, alla ricerca per la cura di malattie. (…) Non esiste però in tutto il mondo un solo esempio di malattia guarita usando cellule staminali estratte dall’embrione, e inoltre tali cellule si sono rivelate, negli esperimenti su animali, tendenzialmente cancerogene. Risultati soddisfacenti invece sono stati ottenuti con l’uso di cellule adulte, reperibili senza sopprimere esseri umani in fase embrionale. Non c’è necessità di distruggere gli embrioni per ottenere nuove cure. Voglio infine esprimere un sincero ringraziamento a tutti quegli eugubini, cattolici e laici, provenienti dai più diversi ambiti della vita sociale (medico, politico, mondo della scuola, della cultura, del giornalismo ecc.), che hanno voluto far nascere anche nella nostra città il comitato ‘Scienza e vita’, costituitosi già da qualche mese a livello nazionale. Il comitato sta sostenendo la via dell’astensione al prossimo referendum. Si tratta della stessa linea sulla quale si muove la Chiesa italiana. La scelta di non andare a votare, per quanto concerne le consultazioni referendarie, è legittimata dalla stessa carta costituzionale della Repubblica italiana e molte volte, negli anni passati, è stata sostenuta da diversi partiti politici. Non si tratta, come a volte viene affermato da alcuni sostenitori del referendum sulla legge 40, di una scelta che vuole de-responsabilizzare gli elettori, correndo il rischio di disaffezionarli alla politica. Di fronte alla delicata e decisiva questione della difesa della vita, mi sembra che rappresenti piuttosto l’umile riconoscimento di chi si sente troppo piccolo per affrontare questioni così complicate da aver diviso persino il mondo degli specialisti in materia. Significa inoltre aver acquisito la matura consapevolezza che la vita non può essere messa ai voti.
‘Astensione: una matura e consapevole scelta’
Nota del vescovo mons. Mario Ceccobelli circa il referendum sulla Legge 40
AUTORE:
' Mario Ceccobelli,