Il Consiglio regionale ha approvato il 27 maggio, a maggioranza, il Fondo per la non autosufficienza: 31 milioni di euro per favorire la permanenza in ambito familiare dei pazienti. Il Consiglio ha anche approvato tre emendamenti che ammettono la possibilità di integrare il Fondo con risorse private. La finalità è assistere a domicilio le persone non autosufficienti (anziani, disabili adulti, disabili minori), evitando per quanto possibile il ricovero in strutture residenziali, anche perché il numero dei soggetti da assistere è destinato a crescere, anche per effetto dell’allungamento della vita media. Al momento in Umbria risulta non autosufficiente il 7,37% della popolazione, pari a 14.727 persone (su 199.780 anziani); nel 2010 dovrebbero diventare l’8,05%. I disabili, da 0 a 64 anni, risultano 7.880. ‘Il Fondo per la non autosufficienza, afferma il sociologo Carlo Carlini, impegnato in diversi progetti regionali a favore di persone diversamente abili, deriva da un’iniziativa presa tempo addietro (soprattutto su spinta del sindacato) che traeva origine, a sua volta, da una necessità di attenzione alle persone anziane non autosufficienti. Tutto l’impianto della proposta, anche quella legislativa, risente fortemente di questa impostazione. Se si trasporta il concetto di non autosufficienza, ad esempio, nel campo della disabilità – quella non anziana – gli aspetti legati alla ristretta area dell’assistenza devono fare i conti con le istanze di autonomia, di riabilitazione e di integrazione sociale che sono maggiormente proprie di fasce di popolazione (quali quelle giovanili ed adulte, ma non anziane), le quali hanno prospettive, orizzonti ed aspettative molto diverse da un anziano’. ‘In questo senso – aggiunge – si è consumato un aspro conflitto su tale ambito, sostenuto in particolar modo da quelle realtà associative che tutelano i diritti e gli interessi dei disabili. La contestazione, appunto, è che la legge è costruita specificamente per i non autosufficienti anziani e non per i disabili. Le associazioni hanno rilevato su questo argomento una certa discriminazione, anche sul fatto che anziani e non autosufficienti potremmo diventarlo tutti, mentre essere disabili è tutta un’altra cosa’. ‘Un altro aspetto, più politico – dice ancora Carlini -, è quello legato a dove vanno a finire i soldi e a chi gestisce questo Fondo. Provenendo da un periodo in cui sono stati cancellati alcuni fondi che erano diretti al servizio pubblico, qualcuno ha paura che questi soldi, che sono tantissimi, vadano a perdersi nei bilanci pubblici, soprattutto quello sanitario. Su questo aspetto alcune associazioni (soprattutto la Fish – Federazione italiana superamento handicap) sono rimaste ferme sull’esigenza che i soldi venissero dati direttamente ai disabili, e non passassero tramite il pubblico’. Per Marcello Rinaldi, delegato regionale della Caritas Umbria, il Fondo per la non autosufficienza è senz’altro un passo in avanti. ‘Credo – sostiene – non sia da sottovalutare il sostegno alle famiglie, cercando di ritardare il più possibile i ricoveri nelle strutture assistenziali, tra l’altro molto più costose. L’entità del Fondo appare considerevole, anche se bisognerà vederne l’attuazione pratica. La critica delle associazioni per disabili mi pare fondata; ma credo che, nell’ambito della breccia aperta dalla legge sulla non autosufficienza, si potrà andare meglio incontro anche alle associazioni dei diversamente abili’. Loda il Fondo regionale suor Ottavina Bressanin, superiora dell’Istituto Nazareno di Spoleto, residenza protetta per anziani. ‘A volte il problema per cui le famiglie ricorrono alle nostre residenze protette non sono i soldi, come si potrebbe pensare. Ci sono varie situazioni di disagio. Penso ad esempio a persone di 75 anni, magari malate, che in casa hanno un genitore di 95 anni. E in Umbria di casi del genere, di oggettiva fatica, ce ne sono molti. La gente spesso, poi, è delusa dalle badanti. Capita anche che ci siano atteggiamenti di ‘razzismo’ verso chi ci sta accanto: ‘O scegli me o i tuoi genitori’. La residenza protetta – continua madre Bressanin – accoglie gli ospiti con amore, ma nei loro volti, soprattuto in quelli che non hanno scelto liberamente di viverci, si coglie molta sofferenza. È la famiglia il luogo naturale dove terminare la propria esistenza terrena’.
Assistenza a domicilio
Regione. Approvato il Fondo per la non autosufficienza: 31 milioni di euro
AUTORE:
Francesco Carlini