Al presidente Monti, ad Assisi per la registrazione del concerto di Natale, il vescovo Sorrentino ha rivolto un messaggio scritto nell’immediata attesa della sua visita (16 dicembre) e affidato alla stampa, in cui dice di desiderare di stringergli la mano e auspica che la politica “dimenticando i calcoli elettorali” si preoccupi dei più deboli della società. Al concerto il Vescovo ha potuto rivolgere poche parole al premier, al quale ha annunciato la “lettera aperta” che era stata inviata ai mezzi di informazione. Questo il testo.
Il presidente Monti è atteso ad Assisi per la registrazione del Concerto di Natale. Spero, tra qualche ora, di stringergli la mano. È un uomo che sta facendo un lavoro non facile per la nostra nazione. Merita tutta la nostra deferenza. Auspico che la sua venuta ad Assisi, nel luogo della profezia di san Francesco, aiuti anche la politica a riflettere sulle sue responsabilità alla luce di grandi valori e dimenticando i calcoli elettorali. Il Presidente sarà presto nella grande basilica affrescata da Giotto, dove, per circostanze come queste, si raduna un bel po’ di personalità di alto livello. Anche attraverso questi raduni e queste attività a forte risonanza mediatica possono passare dei buoni pensieri. Mi piacerebbe tuttavia che l’incontro con Assisi andasse oltre, prendendo spunto anche da quell’altra Assisi che, con minor clamore, cerca di esprimere, nella sua vita ecclesiale e nel suo volto francescano, quel servizio agli ultimi che Francesco enunciò come il segreto della sua conversione. Il presidente Monti passerà, salendo a San Francesco, accanto all’Istituto Serafico, fondato dal beato francescano Ludovico da Casoria, dedicato alla riabilitazione di gravi pluriminorati, i cui familiari qualche giorno fa mi confidavano tutta la loro angoscia nel dover prendere atto, pur nella consapevolezza dell’attuale congiuntura, del taglio dei fondi alla sanità. Si ritroverà con un’Assisi che proprio ieri, in una relazione della nostra Caritas, ha mostrato quanto le fasce di povertà si allarghino e la vita si faccia sempre più, per tanti poveri, disoccupati e immigrati, insostenibile. Incontrerà una Assisi in cui, nel vasto territorio diocesano che la porta fino a Nocera e a Gualdo, migliaia di persone sono in situazione di angoscia per la crisi dell’azienda Antonio Merloni ed altre aziende, e chiedono anche al Vescovo di farsi portavoce della loro disperazione. Io so che, stringendo la mano a Monti, la stringerò ad un uomo che, pur nel dovere di far quadrare i conti, lo fa con la sensibilità che egli stesso ebbe ad esprimere con le parole di un economista ora beato, Giuseppe Toniolo: “Chi più può, più deve; chi meno può, più riceve”. Non so se Monti scenderà o non scenderà in campo nella prossima legislatura. Di questo non possiamo occuparci come Chiesa. Ci è lecito auspicare tuttavia che la classe politica, insieme con la Chiesa e l’intera società civile, si lasci coinvolgere dalle istanze evangeliche che il Poverello incarna per una politica che dia speranza e un programma che sia caldo di solidarietà.