È passato un anno dalla storica visita di Papa Francesco in Iraq. Si trattava di un viaggio dai molteplici significati, ma che contribuivano a costruire la pace: solidarietà verso i cristiani delle Chiese arabe, incoraggiamento al cammino di pace intrapreso, riflessione sull’esclusione di ogni tipo di violenza, dialogo e ponti verso i mondi musulmani.
In occasione dell’anniversario, ad Assisi è giunto un pellegrinaggio di iracheni della diaspora, che hanno inteso stendere un filo rosso tra Ur dei Caldei – dove tutto ebbe inizio – e la città che nel 1986 ospitò il primo grande incontro tra le fedi per la pace. Un segno che non è destinato a fare rumore, ma che costruisce davvero una fraternità nuova, descritta nell’enciclica Fratelli tutti.
Ecco, il cantiere della pace è questo discreto, feriale e sincero frequentarsi, conoscersi, imparare a camminare insieme per comprendere quanto sia vero che ogni gesto che offende la dignità dell’altro è in realtà contemporaneamente rivolto contro se stessi; e ogni scelta a favore della vita aiuta a edificare un mondo che sempre più sia riconosciuto come casa comune.