Ad Assisi, nel salone papale del Sacro Convento, mercoledì e giovedì si è tenuto il meeting internazionale “Nostra Madre Terra, la fragile bellezza” che per il decimo anno consecutivo si tiene sui temi dell’ambiente, arte e salvaguardia del creato. Il meeting si è aperto con una sessione su umanesimo e scienza in cui è stato trattato da diversi punti di vista il concetto di “sostenibilità ambientale” e “corretto uso delle ricchezze”, attraverso il rapporto tra scienza e tecnologia e le ricadute che può avere per l’ambiente e la salute. Tra i relatori, il segretario del Pontifico consiglio giustizia e pace, mons. Mario Toso, che ha aperto il suo intervento precisando il concetto di umanesimo etico definito da Paolo VI nella Populorum progressio: un umanesimo evangelico che fa leva sull’uomo inteso come immagine trinitaria e relazionale, dove Dio sta al centro dell’uomo. Mons. Toso ha quindi ricordato che “l’Onu sta portando avanti varie campagne per un accesso, uso e distribuzione del bene collettivo che è l’energia. Esiste una stretta connessione tra disponibilità di energia e progresso umano; la vita migliora anche grazie alla disponibilità di energia pro capite, e crea condizioni umanamente più favorevoli rispetto al cibo, alla salute, alla durata della vita, all’istruzione e cultura, al lavoro. La vita dipende dalla disponibilità di energia: senza energia non è possibile umanizzarsi. Essa è risorsa essenziale per la vita, per la pace, per la vita spirituale, e l’accesso insufficiente e ineguale può essere di ostacolo al compimento umano, a una società più giusta e pacifica”.
Il Pontificio consiglio, attraverso sussidi e contributi, cerca di offrire al mondo cattolico indicazioni e percorsi di attuazione di ciò che è necessario per conservare e creare bellezza: “Vivendo un umanesimo etico – ha aggiunto mons. Toso – noi creiamo bellezza. Per noi cristiani lo spettacolo del Crocifisso è uno spettacolo ‘bello’ perché sulla croce abbiamo il Dono allo stato puro. L’umanesimo deve essere incarnato e costruito, realizzato, sperimentato dall’uomo come essere relazionale, come dono reciproco per vincere l’individualismo. Il bello ambientale implica il bello dell’ecologia umana, e dobbiamo concretizzarlo attraverso l’accesso e l’uso dell’energia sostenibile per tutti. Oggi si è lontani perché esistono sperequazioni: oltre 3 miliardi di persone si affidano alle biomasse tradizionali, un miliardo e 200 milioni sono sprovviste di elettricità o non sono in grado di acquisirla… La mancanza di energia contribuisce a propagare la povertà e mettere in pericolo la salute. Ogni forte disparità ingiustificata nella distribuzione dell’energia non può corrispondere ai disegni di Dio e a un umanesimo ordinato e bello eticamente”.
È stato quindi il prof. Giuseppe Scarascia Mugnozza dell’Università della Tuscia ad analizzare la situazioni critica a livello climatico e ambientale, dove la fragilità è causata da oscillazioni cicliche e dal crescere del gas serra. Ciò è provocato dai cambiamenti nel sottosuolo e nella deforestazione. Non secondario l’aumento della popolazione e quello della richiesta energetica. Questo esige nuovi stili di vita, specie nell’uso energetico, e forme più sostenibili a livello ambientale. Anche i conflitti nel mondo sono legati a crisi ambientali che provocano migrazioni e squilibri. Il prof. Garaci ha quindi analizzato il fattore scienza legato alla salute e al rapporto tra umanesimo e scienza, che tende a subordinare la scienza ai bisogni della salute, non finalizzata al bene comune. “Abbiamo necessità – ha detto – che la scienza cerchi di risolvere i problemi come la qualità ambientale, la cura delle malattie. Anche le nuove conoscenze che si realizzano con la ricerca sono più significative se finalizzate al raggiungimento di un risultato fruibile: quelle per la cura di malattie, che hanno favorito l’aspettativa di vita, devono anche favorire una migliore qualità della vita per gli anziani, ma soprattutto prevenire con l’adozione di corretti stili di vita”.
Conversione alla Bellezza
“Ambiente e arte sono una risorsa nella loro fragilità, e generano sentimenti per pensare e vivere nel miglior modo il mondo e la propria umanità” ha detto il custode del Sacro Convento, padre Mauro Gambetti, salutando i circa 300 partecipanti, tra studenti e convegnisti, al meeting internazionale “Nostra Madre Terra, la fragile bellezza” che per il decimo anno consecutivo si tiene ad Assisi sui temi dell’ambiente, arte e salvaguardia del creato. “Senza bellezza non si può vivere” ha detto, nel portare il suo saluto, mons. Domenico Sorrentino, vice presidente della Ceu e vescovo di Assisi, invitando “alla conversione alla Bellezza, perché Dio possa rivelarsi attraverso le Sue creature, come è stato per Francesco”.