Con la celebrazione liturgica in cattedrale per ricordare la dedicazione ai Santi Mariano e Giacomo, la sera di sabato 18 settembre, si è chiusa l’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio, dopo due intense giornate di lavoro nella sala convegni del convento di San Francesco. Il vescovo Luciano Paolucci Bedini ha tracciato l’itinerario che attende la Chiesa eugubina nel contesto del cammino sinodale che l’intera Chiesa italiana è chiamata a compiere fino al 2025, in parallelo con la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che Papa Francesco ha convocato tra l’ottobre 2021 e l’ottobre 2023.
Quella che il sessantesimo successore di Sant’Ubaldo propone per la diocesi eugubina è una vera e propria conversione missionaria della Chiesa locale, alla luce dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, del novembre 2013. Un documento del Santo Padre che gli organismi pastorali della diocesi eugubina, a cominciare proprio dall’assemblea annuale, avevano già analizzato e approfondito nell’ultimo biennio.
Il vescovo Paolucci Bedini, nella due giorni del convento francescano eugubino, ha indicato proposte concrete per le parrocchie della diocesi eugubina, sottoposte all’attenzione e al discernimento dei sacerdoti, dei religiosi, degli operatori pastorali laici, dei fedeli delle comunità diocesane per una riforma piena e vera dei cammini di fede e di organizzazione pastorale. Un cambiamento che va condiviso tra tutti i battezzati e con l’obiettivo principale di plasmare anche a Gubbio una Chiesa in uscita e con le porte aperte.
Le scelte pastorali da fare che il vescovo Luciano indica ai fedeli eugubini sono molteplici e di grande rilevanza per la vita della Chiesa diocesana, chiamata a sperimentare una nuova fraternità, il ritorno alla scuola del Vangelo, l’esercizio della carità di fronte alle povertà di oggi, il recupero dell’importanza della domenica come sorgente della vita cristiana, la famiglia al centro dell’azione pastorale, l’alleanza tra sposi e sacerdoti, l’educazione dei giovani all’amore e al lavoro, il cammino di iniziazione alla vita cristiana, la catechesi per i più piccoli e per gli adulti, l’organizzazione degli oratori, l’accompagnamento dei fidanzati e delle coppie giovani e tanto altro ancora.
In mezzo a ciascuno di questi percorsi pastorali c’è la vita e la quotidianità delle persone, chiamate a scelte di fede mature e consapevoli. Come quelle che riguardano il cammino di preparazione dei fidanzati al matrimonio.
“Non è bene che sia un itinerario privato, abbreviato, condotto solo da un prete, pur di avere l’attestato di idoneità -spiega il vescovo Luciano- ma necessita di un gruppo di coppie che camminano insieme.
Diversamente non possiamo continuare a lamentarci della fragilità delle coppie che ancora si sposano in chiesa e a dolerci dei loro fallimenti affettivi ed educativi”.
Altro esempio, quello dell’iniziazione cristiana e dell’accesso ai sacramenti per i quali monsignor Paolucci Bedini propone una celebrazione unitaria in cattedrale con il vescovo e i parroci, nel tempo liturgico più adatto, appena dopo la Pasqua, cioè dopo aver vissuto passione, morte e risurrezione di Cristo.
“L’esperienza degli ultimi anni -aggiunge il Vescovo- dice la grande difficoltà che sempre più spesso le famiglie vivono nella comprensione dell’identità e della missione della figura del padrino e della madrina con la conseguente confusione nella sua scelta al momento del battesimo e della confermazione dei figli”.
Da qui la proposta del vescovo Luciano all’Assemblea pastorale di valutare la sospensione di questa figura (non obbligatoria secondo la Chiesa) per il prossimo triennio, come già accade in altre diocesi, anche in Umbria. Una scelta che il Vescovo prenderà nelle prossime settimane dopo aver consultato il consiglio presbiterale e gli organismi pastorali diocesani.
Un ampio resoconto sull’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio, verrà pubblicato nel prossimo numero del settimanale La Voce.