Dopo la missione negli Stati Uniti per testimoniare la vicinanza a quanti intendono seguire la proposta delle “Famiglie del Vangelo”, dopo il successivo viaggio in Albania per partecipare al convegno organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, giovedì 10 settembre il vescovo Sorrentino ha pronunciato il suo saluto all’Assemblea diocesana raccolta presso la Domus Pacis di S. Maria degli Angeli per confrontarsi sul tema “La Chiesa, oasi di misericordia”.
Queste le sue parole: “Carissimi fratelli e sorelle, con l’Assemblea diocesana diamo inizio al nuovo anno pastorale. Lo scorso 12 agosto, solennità di san Rufino, abbiamo chiuso ufficialmente la fase celebrativa del Sinodo. Appena possibile esaminerò attentamente l’insieme delle proposte per consegnarvi i decreti sinodali”.
Il passaggio dal Sinodo alla sinodalità, ovvero dalle proposizioni già elaborate ai decreti definitivi, esige un’attenta opera di revisione culturale finalizzata a dare una prospettiva e un significato alla Chiesa in cammino. Non è dunque terminato il lavoro dei sinodali né degli operatori pastorali, che con i loro suggerimenti possono ispirare l’arduo compito di sintesi affidato al Vescovo.
È lui stesso a richiedere uno scatto di entusiasmo, “una accelerazione all’impegno sulla base di un progetto condiviso”. Il materiale sinodale è giudicato valido e ricco ma necessita – come si può comprendere – di una linea di insieme che conduca al Libro del Sinodo.
Nel saluto del Vescovo non poteva mancare un riferimento all’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ che sprona a custodire le bellezze del creato: “Mettiamo dinanzi al nostro sguardo come maestra di ascolto profondo, meditativo e trasformante Maria, regina di tutto il creato. Ci aiuti lei a guardare questo mondo con occhi più sapienti e a custodire nel cuore la Parola di verità”.
Il Vescovo sa apprezzare la meraviglia panoramica della sua stessa dimora: “Quando l’11 febbraio del 2006 feci il mio ingresso pastorale ad Assisi, rimasi senza fiato di fronte a quel paesaggio che otto secoli prima era stato ammirato dallo sguardo estatico del figlio di Bernardone… Quella distesa di verde trapunta di ulivi, querce e cipressi, che qua e là, in primavera, è interrotta dal giallo-oro del grano e che ogni giorno vedo slargarsi dolcemente dentro una frontiera di miti pendii…”.
L’anno che ci sta davanti – ha rimarcato il presule – è soprattutto segnato dall’evento straordinario del Giubileo della Misericordia. È dunque così inattuale la misericordia, nella condizione di crisi che avvolge la società e pertanto anche la Chiesa? L’argomento è stato affrontato a conclusione dell’Assemblea dal Vescovo che, galvanizzato dalle precedenti, pertinenti esposizioni dei relatori, ha preferito procedere con una impostazione consona a una scelta “geometrica”.
All’apice di un triangolo si pone la crisi dei valori, che reclama la nuova evangelizzazione; su un lato, la crisi delle relazioni che frantuma la società e il nucleo familiare; all’altro lato la crisi della solidarietà che sfocia nell’egoismo, proprio quando permangono e anzi avanzano vecchie e nuove povertà. Tale triangolo si iscrive nel quadrilatero della speranza. Su un lato, Gesù vivo; su un altro lato la formazione del cristiano che deve acquisire i caratteri distintivi della coerenza, della coscienza e della costanza; su un altro, il cristiano in relazione con la famiglia, le piccole comunità, le unità pastorali; infine la missione, l’accoglienza, la solidarietà. Al centro del quadrilatero domina Gesù-eucarestia.
Questo schema logico si pone come fondamento del Piano pastorale (consegna domenica 20 settembre, alle ore 16.30 in cattedrale di San Rufino) il cui perno è la custodia del creato e la misericordia, evocante quest’ultima lo stesso Cantico delle creature.
Scrive in merito il Vescovo nel saggio dedicato alla citata enciclica: “Si apre così, nel Cantico, la prospettiva della tenerezza e della misericordia, quella che scaturisce, per ricordare l’Evangelii gaudium, dalla gioia del Vangelo: retaggio dei credenti ma senza esclusivismo, perché ogni uomo di buona volontà può intuire che tenerezza e misericordia sono il segreto di una umanità che voglia uscire dal vicolo cieco di guerre senza fine e senza gloria”.
Il Vescovo ha inoltre fatto riferimento alle integrazioni e agli avvicendamenti in seno all’organigramma della diocesi accennando ai cambiamenti nelle parrocchie. L’appello alla comprensione e alla responsabilità della comunità è stato dettato dalla consapevolezza o previsione di preoccupazioni, incomprensioni e reazioni, fermo restando lo scopo precipuo – intenzionalmente perseguito dal Vescovo – di una pastorale protesa a una Chiesa ancora più dinamica.