Negli ultimi giorni, l’Assegno unico familiare è tornato al centro del dibattito politico, suscitando preoccupazioni e reazioni a seguito di indiscrezioni su possibili tagli e modifiche alla misura.
Secondo alcune fonti di stampa, il governo Meloni starebbe lavorando a una revisione dell’assegno unico per i figli, con l’obiettivo di ridisegnare una misura introdotta dall’esecutivo Draghi nel 2021 e che, da allora, ha rappresentato un punto di riferimento per il sostegno alle famiglie italiane.
Il Governo starebbe pensando di ridurre l’Assegno unico familiare?
Il quotidiano La Repubblica qualche giorno fa ha riportato che il governo starebbe considerando di ridurre l’Assegno per alcune categorie di beneficiari, in particolare coloro che non presentano l’Isee o che hanno un reddito superiore ai 45.000 euro. Questa proposta, che potrebbe essere inserita nella prossima manovra di bilancio, sarebbe motivata dall’esigenza di riallocare le risorse verso le famiglie con redditi più bassi, garantendo così una maggiore equità. La misura, che attualmente vale circa 20 miliardi di euro e copre 6,6 milioni di beneficiari con 10,1 milioni di figli, potrebbe anche subire un cambiamento di nome, secondo quanto riportato.
Le rassicurazioni del governo
Tuttavia, il ministero dell’Economia e delle finanze (Mef) ha prontamente smentito queste voci. In una nota ufficiale, il Mef ha definito “fantasiosa e senza alcun fondamento” l’ipotesi di tagli all’Assegno unico, rassicurando le famiglie che non ci saranno riduzioni in vista della prossima manovra. Anche la ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella, ha ribadito che non è previsto alcun taglio.
Il parere e le proposte di Bordignon, presidente Forum Famiglie numerose
A sostegno di questa posizione è intervenuto Adriano Bordignon, presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari, che ha accolto favorevolmente le smentite del governo. Bordignon ha sottolineato l’importanza di non solo mantenere l’assegno unico, ma anche di rafforzarlo: “Come Forum delle famiglie, riteniamo sia necessario perfezionare l’assegno unico, nonché estenderlo oltre il 50% ai figli fino ai 21 anni ma anche ai figli in formazione accademica o professionale fino ai 26 anni”. Bordignon ha inoltre ribadito la necessità di considerare i fondi destinati alle famiglie come un investimento collettivo, indispensabile per affrontare la sfida dell’invecchiamento demografico e per incentivare la natalità.
L’Assegno unico, secondo il presidente del Forum, rappresenta uno strumento cruciale per riconoscere il ruolo centrale della famiglia nella società italiana e per garantire una maggiore equità nella distribuzione delle risorse. “Oltre ad un potenziamento dell’assegno e una sua estensione fino al 26° anno di età del figlio – ha aggiunto il presidente del Forum – è necessario potenziare i servizi per la prima infanzia, rendendoli meno onerosi con ulteriori risorse, ma anche rilanciando i Centri per la famiglia”.
E a proposito di potenziare le politiche per la famiglia, Paolo Moroni, consigliere umbro dell’Associazione nazionale famiglie numerose, evidenzia come la situazione dell’Umbria sia da sostenere con provvedimenti ad hoc: “I dati sui richiedenti dell’Assegno unico nella nostra regione (vedi sotto) ci mostrano un calo, seppur lieve, delle domande ma anche dei figli a carico. Questo perchè i figli che ci sono crescono e contemporaneamente non ne nascono di nuovi. È un problema, come sappiamo, che rappresenta una grande sfida per il futuro”.
I dati dei richiedenti dell’Assegno unico in Umbria
In Umbria, i dati dell’Inps relativi al primo bimestre del 2024 mostrano una situazione particolare. Il valore medio dell’Assegno unico per figlio in questa regione è di 175 euro, con un importo medio mensile erogato ai genitori richiedenti di 270 euro. Tuttavia, si registra una leggera diminuzione del numero di famiglie beneficiarie rispetto all’anno precedente.
Nei primi mesi del 2024, i richiedenti sono stati 85.059, con un calo del 3% rispetto al 2023, mentre i figli beneficiari sono scesi del 3,4%, passando da 135.262 a 131.262. Questo calo potrebbe riflettere una maggiore stabilità economica delle famiglie, ma solleva anche interrogativi sulla necessità di rendere l’Assegno unico più accessibile e di potenziarne l’impatto. Nel 2023, l’importo medio per figlio era leggermente inferiore, attestandosi intorno a 163 euro, dimostrando una crescita dell’assegno, ma al contempo una riduzione del numero di beneficiari.
L’Assegno unico
L ’Assegno unico familiare è stato introdotto in Italia a partire dal 1º luglio 2021. La misura, promossa dal governo Draghi, è entrata pienamente in vigore il 1º marzo 2022, sostituendo una serie di altri contributi e detrazioni fiscali precedentemente esistenti per le famiglie, come il ‘bonus bebè’, il ‘bonus mamma domani’ e le detrazioni per i figli a carico (da qui il nome ‘unico’).
L’Assegno è stato progettato per semplificare il sistema di sostegno alle famiglie e garantire un aiuto economico più equo e mirato, basato principalmente sul reddito e sul numero di figli a carico. Oltre a ‘unico’ è detto anche ‘universale’ perché spetta a tutte le famiglie con figli, indipendentemente dalla loro condizione lavorativa