Scultore, pittore, architetto, Antonio Canova, massimo esponente dell’arte neoclassica, fu considerato dai critici d’arte l’ultimo grande nome italiano di livello europeo. Le sue opere in marmo sono ancora oggi considerate uniche per la maestria con cui le realizzò, dimostrazione della grande padronanza raggiunta nella lavorazione della materia. Dal 10 agosto al 6 gennaio prossimo la città di Assisi, nel bellissimo palazzo Monte frumentario rimesso in luce dopo recenti restauri, ospiterà 60 opere del grande scultore – di cui 30 sculture di gessi e marmo, 20 dipinti e 10 incisioni e un laboratorio didattico – provenienti dal Museo e gipsoteca “Antonio Canova” di Possagno (Treviso). È qui che subito dopo la morte dello scultore, avvenuta nel 1822, sono state raccolte tutte le opere provenienti dal suo studio di via delle Colonnette a Roma grazie all’impegno del fratello vescovo Giambattista Sartori Canova. Al Comune di Possagno fu demandato il compito di amministrare l’importante patrimonio culturale, che era finalizzato a buone pratiche di carità cristiana: aiutare i poveri e insegnare agli ignoranti. Canova aveva sempre considerato queste virtù come fondamentali per la sua fede cattolica. Oggi il compito affidato alla Fondazione Canova è quella di salvaguardarne il patrimonio.
“Antonio Canova: sculture, dipinti e incisioni in mostra ad Assisi” è il titolo dell’esposizione, presentata nei giorni scorsi nella sede della Provincia di Perugia. Tra le tematiche che saranno messe in evidenza nel corso della mostra, la più interessante sarà soprattutto quella religiosa, ricca di simbologia cristiana. Seguirà quella sulla storia, in cui le figure di Papa Pio VII e di Napoleone Bonaparte costituiscono i poli d’attrazione di Canova, che fu presidente della Commissione pontificia per la tutela del patrimonio artistico italico, e nello stesso tempo il diplomatico che convinse l’Imperatore francese alla restituzione delle opere trafugate a Parigi, in seguito al Trattato di Tolentino (1797). Infine quello della mitologia visto che – è stato sottolineato – lo scultore ha rivestito le figure storiche dei potenti a lui contemporanei delle fattezze e simbologie mitologiche. “Assisi meritava questa mostra – ha detto il presidente Giancarlo Galan, presidente della commissione Cultura, scienza e istruzione della Camera, nonché presidente della Fondazione Canova onlus – e non abbiamo avuto nessun dubbio a portare qui le sue opere, che compongono la più grande gipsoteca monografica del mondo”. “Questa è la terza volta, dopo San Pietroburgo e Cracovia, che la mostra esce allo scoperto, fuori dal museo, ma questa di Assisi è sicuramente quella più consistente” ha ricordato il direttore della gipsoteca Canova, Mario Guderzo. “Sarà una delle mostre più importanti ospitate in Umbria negli ultimi anni” l’ha definita il sindaco Ricci, il quale ha ringraziato le due Fondazioni, Canova e Cassa di risparmio di Perugia, “senza le quali – ha precisato – l’iniziativa non sarebbe stata possibile”. “Non tutte le richieste, comunque intelligenti, che arrivano da Assisi possono essere accolte – ha detto il presidente della Fondazione perugina Carlo Colaiacovo – ma un evento come questo meritava il nostro appoggio perché dà prestigio a tutto il territorio e crea flussi turistici”. Anche perché, secondo quanto ricordato durante la presentazione, il legame tra Antonio Canova e l’Umbria è stato sempre intensamente vissuto dallo scultore, il quale fu anche illustre membro dell’Accademia di belle arti di Perugia, e in mostra verranno esposte due delle opere dell’artista conservate nel museo dell’istituzione perugina.