Armi “autonome”? Proprio no, grazie!

di Tonio Dell’Olio

Tra quelle che considero aberrazioni dell’epoca post-moderna ci sono le armi di ultimissima generazione, in grado di muoversi sul terreno di battaglia in maniera completamente autonoma, ovvero: non hanno bisogno di alcun controllo umano prossimo o remoto.

C’è chi le progetta e le programma, ma poi queste armi (perlopiù robot armati) sono “in grado” di discriminare l’obiettivo e di decidere la reazione e la sua potenza. Per questo, più di cento scienziati, ricercatori e docenti universitari italiani dei “settori scientifici dell’intelligenza artificiale, della robotica, dell’informatica e di altri ambiti ad essi collegati” hanno diffuso un appello contro questo genere di armi.

“Lo sviluppo delle armi autonome – si legge nell’appello costituisce una grave minaccia per il rispetto delle leggi umanitarie in guerra; può interrompere la catena di comando e controllo, la quale consente di individuare i soggetti responsabili per eventuali crimini di guerra; dà a delle macchine la possibilità di decidere della vita o della morte di un essere umano; impedisce alle potenziali vittime di fare appello all’umanità condivisa degli avversari”.

Pertanto, se la guerra è già di per sé una ferita profonda inferta nella carne dell’umanità, a questo punto siamo alla sua negazione assoluta.