L’Aipai (Associazione italiana patrimonio archeologico italiano) ha svolto nei giorni scorsi una riunione per fare il punto del lavoro compiuto nell’anno appena trascorso e per presentare le iniziative previste nel 2010. Soci e simpatizzanti si sono incontrati presso la sede dell’Isuc (Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea) di Perugia, dove anni fa – ha ricordato il direttore Isuc Mario Tosti, presente all’incontro – partì l’idea di creare un’associazione che si occupasse del patrimonio di archeologia industriale. A presiedere l’assise erano presenti anche il direttore dell’Aipai Renato Covino e il coordinatore della sezione Aipai Umbria Augusto Ciuffetti. L’occasione è servita anche per presentare la nuova rivista dell’associazione, fino a qualche tempo fa consultabile solo on line. Con il prof. Covino abbiamo ripercorso le attività svolte dall’associazione di Terni, generalmente impegnata ad occuparsi di siti e fabbriche dismesse, di progettazione, convegnistica, informazione, compresa la tutela dei siti industriali a rischio distruzione. Grande attenzione è stata dedicata al convegno svoltosi a novembre su “Distrutti, a rischio, valorizzati. Patrimoni industriali in Umbria. Per una legislazione regionale per i beni culturali del patrimonio industriale”. Un convegno che ha visto per la prima volta coinvolte le associazioni e gli enti che si occupano della tutela e valorizzazione dei siti industriali. “L’obiettivo – ha detto Covino – era arrivare ad una legge regionale per la tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio. Anche perché è soprattutto a livello regionale che si giocano le partite. Vorremmo – ha sottolineato – che anche in Umbria venisse fatta una legge come quella del Friuli Venezia Giulia per arrivare a costruire un canale privilegiato per partecipare ai progetti europei relativi a questo settore”.Come è stata la risposta delle istituzioni? “A pelle di leopardo. Alcuni enti hanno risposto, qualcuno ha avuto più interesse, altri meno. Appena ci saranno i nuovi organi amministrativi regionali vedremo di riprendere il discorso su questa legge, e valutare se presentarla come legge di iniziativa popolare o come legge di cui si dovrà far carico qualche consigliere comunale”. Intanto è in corso la pubblicazione degli Atti del convegno e il 7 marzo dovrebbe svolgersi la Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate, mentre è in programma anche la II Giornata nazionale delle miniere. “C’è poi l’intenzione di affrontare alcune situazioni a rischio come il mercato coperto di Perugia – sottolinea Covino – sul quale sabato 20 febbraio è in programma un convegno alla sala Sant’Anna di Perugia, promossa da Italia Nostra e altre associazioni come Legambiente Umbria e Wwf. E poi occuparci delle realtà a rischio nelle zone di Foligno, come la valle del Menotre (dove è in corso la costruzione della quattro corsie da Foligno a Porto Civitanova), di Terni dove in collaborazione con il Comune ed alcune imprese si sta cercando di creare un Museo dell’energia, che dovrebbe sorgere nell’area di Papigno”.
Archeologia industriale in Umbria
AUTORE:
Manuela Acito