È il mio secondo Natale con voi, in questa splendida città, in questa piccola ma vivace diocesi, che mi accoglie quale 59’successore di sant’Ubaldo: una gioia per me, ma talvolta anche un segno di sgomento se mi pongo a confronto con la grandezza del Patrono e con i meriti dei miei predecessori. Come attuale guida di questa Chiesa, il primo augurio che vi rivolgo è quello di conservare la fede. La chiamata di Dio è per tutti indistintamente. La conversione apre prospettive nuove e diverse nel disagio della società contemporanea. Anche in questo Natale, Gesù, il Figlio di Dio, bussa non più alle porte di Betlemme per trovare un posto dove nascere, ma al cuore di ogni uomo e di ogni donna di buona volontà per portare la sua novità, per poter entrare in un rapporto di amore, come presenza costante di consolazione e di pace. Accogliamolo e sperimentiamo che la fede è il bene più prezioso, il sommo bene da custodire e difendere. Il secondo augurio lo rivolgo alle famiglie, alle istituzioni, alla scuola e a tutte le agenzie educative. Che si torni a educare le giovani generazioni! È curiosa la nostra società. Tutti si lamentano del male che dilaga, che si manifesta in forme preoccupanti tra i giovanissimi anche in ambienti che dovrebbero essere protetti e deputati all’istruzione e all’educazione come le scuole. È cronaca di questi giorni la violenza gratuita e disumana anche verso persone deboli e fragili. Ma perché meravigliarsi di quanto accade quando manca un’educazione dei giovani ai valori umani, alla convivenza pacifica, al rispetto dell’altro, alla generosità, alla condivisione? La famiglia, che ha come compito primario l’educazione dei figli, vive una crisi distruttiva dove sempre più frequente è il dramma della separazione, di cui i figli sono le prime vittime. Spesso contesi e viziati dai genitori, che devono farsi perdonare l’abbandono, restano privi di formazione morale e affettiva. Le famiglie che cercano di assolvere il loro ruolo educativo debbono superare molte difficoltà, avere il coraggio di andare controcorrente, senza trovare sostegno nelle leggi né attenzioni da parte della società. Sorge allora spontanea la domanda che riguarda gli uomini della politica e delle istituzioni: avvertono questa urgenza o sono troppo intenti alla difesa delle posizioni di parte, alla contesa politica, e lasciano che la barca affondi? La presa di coscienza, la volontà di intervento, nonché la messa in atto di adeguati provvedimenti sono oggi istanze ineludibili. Per questo a tutti dico: coraggio! la memoria liturgica del santo Natale ci offre ancora una volta l’opportunità di aprire il cuore per accogliere Gesù, l’Emmanuele, il Dio con noi. È lui il compagno di viaggio capace di donare sempre energie nuove per difendere la fede e la dignità della vita, rendendoci capaci di resistere alle seduzioni del Maligno.Con fraterno affetto abbraccio tutti e, augurando un Natale santo, su tutti invoco la benedizione del Padre, del Figlio e dello Spirito santo.
Apriamo i cuori
Messaggio del Vescovo in occasione del secondo Natale che trascorre in diocesi
AUTORE:
' Mario Ceccobelli