Se ai fedeli che vanno a messa la domenica si domanda come si sostiene economicamente la Chiesa molti risponderanno che ci sono le offerte e l’otto per mille, altri aggiungeranno il riferimento al patrimonio ecclesiastico, pochi citeranno anche le “offerte deducibili”. Quasi nessuno, però, probabilmente, penserà a ciò che accomuna tutte queste forme di sostentamento, ovvero la libera scelta dei fedeli e dei cittadini in generale.
Il convegno di sabato mattina (2 marzo al Mater Gratiae dalle ore 9.30) promosso dal Servizio diocesano per il Sovvenire, presente l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, ha la finalità di sensibilizzare su questi temi tutti i fedeli e in particolare i membri dei consigli pastorali ed economici e tutti coloro che si impegnano nelle attività parrocchiali.
Ci sarà un biblista, padre Giulio Michelini, a spiegare i fondamenti biblici del sostentamento della comunità ecclesiale, una storica, Luisa Proietti, a raccontare come tutto questo è mutato nei secoli, e un “addetto ai lavori”, Stefano Gasseri del Servizio Cei per la promozione del sostegno economico alla Chiesa, a spiegare come funziona e su quali principi si basa il sistema messo a punto dalla Chiesa italiana e che da altre Conferenze episcopali è studiato con interesse perché si fonda sulla libera scelta dei cittadini.
La diocesi di Perugia – Città della Pieve nell’anno 2011 ha ricevuto dalla Cei 3.853.590,41 euro relativi all’8 per mille. La diocesi li ha utilizzati per opere di culto e pastorale (18,6% ), per la carità (12,6%), per i beni culturali (4,4 % ), per le nuove chiese (37,2%), per il sostentamento del clero diocesano (27,2% che rappresenta il 42,7% del fabbisogno). Quest’ultima voce, nel progetto originale, dovrebbe essere solo di integrazione delle altre forme di raccolta delle risorse per il sostentamento dei sacerdoti. Di fatto, però, dalle “offerte liberali” (o offerte deducibili) la diocesi di Perugia riceve solo 62.262,48 euro a fronte di una necessità di 2.451.158,77 per gli “stipendi” dei suoi preti. A loro, infatti, la comunità diocesana provvede per un 7,3% dalle parrocchie (0,072 euro per ogni abitante), per un 32,9% con i redditi dei patrimoni diocesani, per il 14,5% grazie a stipendi o pensioni personali e solo per il 2,5% dalla raccolta di offerte liberali che, secondo la famosa legge del 1984 è la seconda fonte di finanziamento alla Chiesa cattolica.
“Da questi dati – commenta Elisa Guardabassi, incaricata diocesana del Sovvenire- si può evincere quanto sia importante creare la coscienza delle persone perchè apporre una firma (8permille) non costa niente mentre mettere mano al portafoglio costa e dunque deve essere frutto di una convinzione personale”.