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La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (che poi sono otto giorni, inclusa la Giornata di dialogo con l’ebraismo) si conclude con una liturgia ecumenica nella chiesa dell’Università alle ore 19 di venerdì 25 gennaio, festa della Conversione di san Paolo. A quell’evento miracoloso, che ha segnato profondamente la storia del cristianesimo, si riferiscono tutte le Chiese e comunità ecclesiali senza distinzione. Paolo con la sua vita e i suoi scritti è modello di cristiano e di apostolo per tutti i tempi e per tutti i credenti. Le iniziative svolte durante la Settimana sono state condivise da cattolici, ortodossi, valdesi e avventisti. Si è pregato secondo una tessitura di testi biblici, invocazioni, salmi e canti preparati da comunità cristiane dell’India e dal Consiglio ecumenico delle Chiese, insieme a rappresentanti della Chiesa cattolica, prendendo ispirazione dalle parole del profeta Michea, severo critico dell’ingiustizia sociale e annunciatore di liberazione dei poveri. Parole che sono state applicate a quelli che nel nostro tempo in India si chiamano dalit, i “fuori casta”, la più bassa categoria sociale ed umana, i più emarginati. Nell’incontro nella chiesa di San Fiorenzo, oggi sede della parrocchia ortodossa romena nel centro della città, sabato 19 si è celebrato il vespro presieduto dal parroco Ionut Radu, cantato in romeno con traduzione in italiano; vi ha partecipato anche l’arcivescovo Bassetti con molti altri cattolici. Una bellissima, solenne liturgia in un clima di grande amicizia e fraternità, esaltato anche dal rinfresco offerto a tutti. Anche all’incontro svoltosi nella chiesa evangelica valdese lunedì 21 era presente l’Arcivescovo: era la prima volta che incontrava nella loro sede gli evangelici valdesi, che rappresentano la prima e più antica presenza cristiana non cattolica in città. Mons. Bassetti ha svolto una breve e intensa meditazione sull’importanza del movimento ecumenico, prendendo lo spunto anche dal 50° del Concilio Vaticano II e dal progetto della nuova evangelizzazione. Con molta chiarezza ha affermato la gravità della divisione tra le Chiese cristiane, dichiarata dal Concilio Vaticano II uno scandalo e un impedimento ad una efficace evangelizzazione. “Oggi – ha detto l’Arcivescovo – ci troviamo di fronte ad una scristianizzazione diffusa. Tutti i credenti in Cristo dovrebbero sentirsi motivati ad un impegno di testimonianza comune di fede e di carità, ‘affinché il mondo creda’”.
Gli ha fatto eco il pastore Genre, che ha sottolineato la riconciliazione delle differenze, quelle per le quali finora ci siamo divisi e che in realtà possono costituire una ricchezze e un dono per tutti nell’unità profonda in Cristo. Un breve intervento di don Bromuri ha sottolineato che attualmente i cristiani stanno riscrivendo la loro storia: prima era solo di conflitti e polemiche, oggi è di gesti e parole che parlano di speranza di unione e di una fraternità ampia e profonda già esistente e visibile in molteplici forme di ritrovata fraternità. Sono stati sempre presenti alle varie iniziative membri delle diverse comunità, con i loro rappresentanti, Radu per gli ortodossi, Genre per gli evangelici, don Bromuri e don Mauro Pesce per i cattolici, il Pastore degli avventisti, un gruppo di esponenti del Centro San Martino e un gruppo di Focolarini. Una studentessa tailandese dell’Università per Stranieri ha aperto e concluso la serata con brani di musica per violino. Il lavoro futuro avrà anche una dimensione strutturale, in quanto si va delineando la formazione di un Consiglio di Chiese in cui si ritroveranno cattolici, ortodossi, valdesi e avventisti (un membro ciascuno) con uno Statuto condiviso, in modo da avere una voce comune per la testimonianza e per la programmazione delle iniziative ecumeniche.