Partirà alla volta della Georgia entro il 9 settembre, così come richiesto dallo stesso nunzio apostolico a Tbilisi, l’arcivescovo Claudio Gugerotti. Comunque, appena la situazione lo permetterà, visto che le autorità georgiane hanno prolungato lo stato di guerra fino all’8 settembre. Mons. Riccardo Fontana, delegato alla carità della Conferenza episcopale umbra (Ceu), è preoccupato. ‘In questi giorni, per telefono, sento mons. Gugerotti in continuazione. La prima cosa da fare è quella di far tornare nelle loro case le migliaia di profughi fuggiti dalla capitale in seguito agli scontri armati. Sono i loro diritti che adesso devono prevalere’. Nella sola Tbilisi si parla di circa 70 mila persone allo sbando, nell’intero Paese i profughi sfiorerebbero il numero di 100 mila. Sono fuggiti dai bombardamenti dell’artiglieria e dell’aviazione russa sulla capitale, altri arrivano dall’Ossezia del Sud. Giorni fa, mons. Giuseppe Pasotto, l’amministratore apostolico del Caucaso dei Latini, aveva denunciato anche ‘l’ingresso di truppe paramilitari, fra cui kazaki e ceceni, che depredano le case abbandonate’ai georgiani nella città di Gori, sotto lo sguardo incurante dei soldati russi’. Il rischio che si dia il via su larga scala a feroci pulizie etniche resta elevato. ‘Al patriarca Ilia II porterò la concreta solidarietà dell’Umbria’ L’arcivescovo Fontana ha un rapporto di vecchia data con il Caucaso, dove si è recato molte volte. La lungimiranza dell’uomo l’aveva portato a tessere importanti rapporti tra la Chiesa di Spoleto-Norcia e quell’area già nel 2002 quando, con un folto numero di sacerdoti, si era recato in Armenia per gli esercizi spirituali. In quell’occasione i sacerdoti umbri visitarono le strutture della Caritas di Tbilisi, rendendosi conto delle necessità di un popolo martoriato da conflitti interni e da un’economia inesistente, che penalizza duramente bambini, donne e anziani. Da allora, da Spoleto e Norcia, alla volta della Georgia sono partiti dieci container carichi di indumenti e altri generi di prima necessità. ‘Dobbiamo essere ben consapevoli – afferma oggi mons. Fontana – che il nostro supporto è davvero piccolo, una goccia nel mare del bisogno di quelle genti. Fra qualche giorno ascolterò le loro necessità, divenute ancora più urgenti, dalle parole di quell’uomo saggio che è il patriarca Ilia II, arcivescovo di Mitschete e Tbilisi. La mia sarà una visita di amicizia’. La pace di san Benedetto per la Georgia’Forse – continua mons. Fontana – potrò portare anche il contributo della Caritas italiana, accanto a quello della Caritas dell’Umbria. Nelle nostre chiese, a partire dal giorno di ferragosto, abbiamo avviato una raccolta in denaro che si è protratta anche nelle due domeniche successive. Un gesto di attenzione e di carità, che occorrerà assolutamente prolungare nei mesi a venire’. Da anni, ogni parrocchia della diocesi di Spoleto-Norcia raccoglie alimenti e indumenti da inviare a Tbilisi: in questa direzione, l’arcidiocesi ha mobilitato anche diverse industrie del territorio. Nel 2006, nella capitale della Georgia fu accesa la Fiaccola benedettina per la pace. Ma il Paese resta, oggi più che mai, particolarmente bisognoso di ascoltare il messaggio di pace di san Benedetto da Norcia. Oltre che di ricevere nuove concrete azioni di solidarietà da parte degli umbri.
Anzitutto, devono prevalere i diritti dei profughi
Georgia. Mons. Fontana è in partenza con gli aiuti Caritas
AUTORE:
Paolo Giovannelli