L’assemblea dei soci dell’Associazione cristiana residenze anziani e disabili dell’Umbria (Acradu) riunita a Perugia il 30 settembre alla presenza del presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Giuseppe Chiaretti, ha esaminato lo stato delle politiche socio assistenziali e sanitarie in Umbria e i connessi rapporti con le istituzioni competenti, individuando alcune priorità da sottoporre all’attenzione di tutti.
In primo luogo l’assemblea ha rilevato la minore tutela assicurata agli anziani e ai disabili della regione tramite la quotidiana azione amministrativa dei comuni e delle asl preoccupati anzitutto di ridurre la spesa sociale e sanitaria anche a scapito di diritti universali. L’assemblea non ignora la sfida del mantenimento dei servizi socio sanitari in un quadro di compatibilità economica. La strada da percorrere, però, non è quella di creare difficoltà alle famiglie scoraggiandole ad usufruire dei servizi pubblici, ma quella d’innescare meccanismi e individuare luoghi di responsabilizzazione di tutte le componenti della comunità civile regionale. Quando le disponibilità economiche si vanno riducendo è sulle potenzialità di solidarietà, sussidiarietà e di responsabilità di tutte le componenti della comunità che bisogna puntare di più: istituzioni, parti sociali, università, cooperazione, privato sociale e volontariato.
Tale processo non può essere lasciato allo spontaneismo e al buon cuore della gente, ma deve divenire il cardine di una precisa iniziativa politica. Con tale volontà le istituzioni competenti debbono aprire, senza indugio, il confronto per adeguare il Piano sociale regionale 2000-2002 e i relativi Piani di zona, nonché aggiornare il Piano sanitario regionale 2003-2005.
Senza minimizzare l’inadeguatezza delle scelte fatte a livello nazionale, non è con il continuo palleggiamento delle responsabilità tra il Governo centrale e quello regionale che si affrontano i problemi. È, invece, con una visione innovativa dei rapporti sociali che si può costruire uno stato sociale che mantenga i servizi socio sanitari in un quadro di risorse diminuite e comunque non più certe. In tale quadro è opportuno prendere in considerazione l’istituzione di un Fondo regionale per i non-autosufficienti alimentato dai risparmi possibili con la riduzione degli stipendi degli amministratori e delle spese di funzionamento delle assemblee elettive ai vari livelli, nonché con la soppressione di enti non essenziali e il prelievo dai redditi familiari medio-alti. Spronata dalle parole di fiducia e d’incoraggiamento espresse da mons. Giuseppe Chiaretti, l’assemblea ha rinnovato l’impegno ad operare al servizio globale della persona, testimoniando le ragioni della speranza cristiana specialmente agli uomini e alle donne che fanno esperienza quotidiana della sofferenza e della morte a causa della disabilità e della vecchiaia.