L’anniversario della Rivoluzione russa del 1917 è stato ricordato non senza difficoltà storiche ed emotive. Un simbolo su cui forse merita fermarsi è quel “Muro del dolore”, monumento nazionale alle vittime delle repressioni politiche, inaugurato il 30 ottobre sulla Prospettiva Sacharov, a Mosca, dal Patriarca ortodosso Kirill e dal presidente Vladimir Putin. Su di esso, in ventidue lingue è inciso nel bronzo la parola “Ricorda”; a reggere il monumento, pietre provenienti da ex prigioni e lager, fosse comuni di tutto il Paese. Da notare che il monumento è stato voluto e finanziato dal Governo federale e non, come fino ad ora per altri memoriali, da associazioni civiche. Per percepire lo stato d’animo di chi si trova a fare i conti con questo passato, abbiamo rivolto alcune domande a Miguel Palacio, storico, responsabile delle Relazioni pubbliche e del dipartimento per il Protocollo dell’Istituto di studi superiori di teologia “Santi Cirillo e Metodio” della Chiesa ortodossa russa a Mosca.
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