Gianluigi Angelantoni, nato a Todi nel 1944, sposato con Roberta e con una figlia, Federica, dopo aver frequentato il biennio propedeutico alla facoltà di Ingegneria a Pavia, nel 1966 inizia l’attività nel settore vendite della frigoriferi Angelantoni, fondata dal padre Giuseppe a Milano nel 1932. Dal 1977 è amministratore delegato della Angelantoni industrie spa, una “multinazionale tascabile” con oltre 850 dipendenti, che produce dalle macchine per test spaziali all’ultra-freddo, dai sistemi medicali di laboratorio alle macchine di deposizione nanometrica. Dal 2001 è stata avviata l’internazionalizzazione del gruppo aprendo una fabbrica a Pechino, cui sono seguiti allargamenti in Germania, Francia, India; in cantiere progetti per Usa e Cina.
Gianluigi Angelantoni è molto attivo sui temi della qualità, sostenibilità, eco-compatibilità, innovazione. Ha ricoperto numerosi incarichi in Confindustria nazionale e Confindustria Umbria. È fondatore e consigliere di Planet Life Economy Foundation, presidente di Anest e vice presidente del Kyoto Club. Dal giugno 2010 è presidente del Centro per l’internazionalizzazione delle imprese umbre (Umbria Trade Agency).
“Mio padre – ricorda – ha sempre puntato sulle tecnologie del freddo, da cui è sempre stato attratto più come tecnico che come commerciale. Lo sviluppo perciò si è avuto nei settori tecnologici più avanzati, cioè nelle bassissime temperature per scopi bio-medici (è del 1961 il primo frigorifero in Europa a scendere sotto i -100 °C) come pure abbinando al superfreddo il caldo, per simulare tutte le condizioni ambientali del pianeta e quelle dello spazio. Costruiamo infatti dal 1968 anche simulatori spaziali per collaudo di satelliti, o loro componenti”.
Suo padre nel 1968 è tornato nella natia Massa Martana per aprire una nuova struttura produttiva. Nel 2011 sempre sullo stesso territorio il gruppo ha inaugurato il suo ultimo stabilimento, quello di Archimede Solar Energy. Cosa vuol dire fare impresa in Umbria?
“Per noi il legame con il territorio è fondamentale, perché in esso troviamo la nostra essenza di vivere e di lavorare. È una simbiosi in cui questo nostro splendido territorio, fatto anche di risorse umane validissime, dà e riceve dall’azienda che nel territorio opera e prospera. Certo, abbiamo tanti problemi, specie quello delle infrastrutture insufficienti, ma i vantaggi prevalgono sulle difficoltà”.
Perché avete scelto di investire in Cina e negli Stati Uniti?
“La crisi ci ha fatto capire che il baricentro economico si è spostato, soprattutto in Asia; anche gli stessi Stati Uniti ne soffrono. Era perciò inevitabile lo spostamento in questi nuovi ed immensi mercati, però non come delocalizzazioni produttive ma come aziende complete (con progettazione, produzione, commerciale, ecc.) che possano competere con le imprese locali con le stesse armi. L’Europa resta però sempre il terreno ove meglio ci muoviamo per cultura e mercato e ove facciamo gran parte della ricerca e innovazione”.
“Innovazione” è la parola chiave dello sviluppo del vostro gruppo. Cosa significa in termini economici?
“Investiamo annualmente circa il 4,5% del fatturato del gruppo, e certamente non diminuiremo gli investimenti, anzi li intensificheremo, proprio per superare il momento di crisi economica generale. Il Dna della ricerca e dell’innovazione l’abbiamo forse per eredità, essendo stato mio padre generatore di oltre 25 brevetti nel corso della sua vita aziendale, quando poi brevettare non era poi così comune e importante come ora”.
Lei è anche il presidente del Centro per l’internazionalizza-zione delle imprese umbre. Cosa dice di questi due primi anni?
“Penso che abbiamo raggiunto importanti risultati, come dimostrato dal trend positivo, oltre la media nazionale dell’export umbro. Siamo stati sostenuti dalla Regione e dalle Camere di commercio di Perugia e di Terni in modo splendido ed abbiamo trovato nelle associazioni di categoria un validissimo supporto, dopo qualche difficoltà iniziale. Ho un gruppo di persone eccellenti, poche, ma competenti ed appassionate, a cominciare dal direttore Tremiterra, che ha portato nel Centro tutta l’esperienza maturata all’Ice”.
Come vede il futuro del Centro?
“Spingeremo al massimo verso la creazione di altri poli di aggregazione, ad esempio del Polo aerospaziale, che favoriranno la possibilità di portare all’estero più imprese umbre, anche le più piccole, artigiane e industriali che siano. Punteremo non solo sulle Fiere, ma anche sulle missioni di incoming e outgoing, ma soprattutto sui progetti speciali, come quello portato avanti per il cashmere e quello in atto a New York con Eataly. Lo stesso quello in progettazione per la Germania, puntando sempre a promuovere in maniera integrata non solo i prodotti e i servizi delle imprese umbre, ma anche tutto il territorio”.
Federica Angelantoni, nata a Monza nel 1977, sposata e madre di due bambini, laureata in Scienze politiche all’Università di Perugia, ha conseguito l’Mba presso la Paris Graduated School of Management, entrando poi a lavorare nel gruppo di famiglia dopo un’esperienza come analyst presso lo studio Ambrosetti. Oggi ricopre il ruolo di amministratore delegato di Archimede Solar Energy, la più giovane azienda del gruppo.
Federica, il gruppo Angelantoni dal 1994 è passato ad una struttura più manageriale, separando il Consiglio d’amministrazione dalla famiglia. Qual è stato il suo percorso professionale in azienda?
“Quando ho iniziato a studiare, non pensavo che avrei fatto quello che faccio oggi. In occasione dei festeggiamenti dei 70 anni dell’azienda (esattamente 10 anni fa) per la prima volta mi sentii davvero partecipe di questa realtà e fiera di farne parte. Allora chiesi a mio padre di poter fare qualcosa e lui, felicemente, accettò. Dopo meno di un anno però mi resi conto che non avevo competenze specifiche e decisi di andare all’estero per fare prima un Mba e poi un’esperienza lavorativa fuori dalla mia realtà aziendale. Al mio rientro, iniziai a lavorare ad un progetto di ristrutturazione aziendale e poi mi avvicinai all’azienda del gruppo che aprì la strada all’ingresso nel mercato delle energie rinnovabili. L’azienda collaborava con l’Enea per la messa a punto del primo prototipo del tubo ricevitore; a quel punto, quando venne fondata Archimede Solar Energy, fu naturale che fossi io a seguirla”.
Archimede Solar Energy è nata con una importante partecipazione di minoranza della multinazionale tedesca Siemens, ma ora il capitale sociale è tornato al 100% in mano alla famiglia. Questo cambiamento societario come incide sulle strategie e sulle prospettive di sviluppo dell’azienda, ad un anno dall’inaugurazione del nuovo stabilimento di San Faustino?
“Dal punto di vista strategico e commerciale il riacquisto delle quote ha determinato, in realtà, il rilancio della società. Abbiamo allargato i nostri orizzonti e, liberi da ogni vincolo interno, abbiamo aperto importanti canali di dialogo con quelli che erano prima competitor e ora potenziali clienti. Dal punto di vista finanziario, non lo nascondo, è stato pesante gestire la loro uscita in un momento in cui la fabbrica non era ancora lanciata e in un momento di grande sofferenza dei mercati dovuta alla crisi che stiamo attraversando. Ora però ci sono nuovi partner e con loro si riparte proprio dai grandi progetti di crescita e di sviluppo che abbiamo sempre auspicato di poter intraprendere”.
Il passaggio generazionale è una delle fasi più critiche delle imprese familiari, ed il rapporto tra la proprietà ed il management è spesso conflittuale. Come riuscite a gestire con successo una realtà così complessa, coniugando i valori del capitalismo familiare con quelli della cultura manageriale?
“Manager competenti, preparati, attenti e devoti all’azienda, sono la nostra più importante risorsa, così come tutti i nostri dipendenti. Senza di loro il gruppo (gruppo di persone, appunto, prima ancora che gruppo di società) non esisterebbe. Famiglia e manager collaborano in maniera proficua quando i ruoli sono chiari e rispettati, quando sono segnati nettamente i confini e gli ambiti degli uni e degli altri. Le persone di famiglia, sia chi fa parte del Consiglio di amministrazione, sia chi è operativo all’interno dell’azienda, hanno incarichi ben precisi, con obiettivi precisi. Devono rispondere dei propri risultati come chiunque altro e, se non si impegnassero per ottenere l’appoggio e la fiducia dei propri collaboratori, questi obiettivi non potrebbero essere raggiunti”.
Lei ha due bambini di tre e un anno, Matilde e Jacopo. Come riesce a conciliare le responsabilità manageriali all’interno del gruppo e le esigenze familiari?
“Per prima cosa ho deciso di vivere a Massa Martana, a pochi minuti da dove lavoro, per poter seguire meglio i miei figli. Questo mi permette, con un po’ di organizzazione e molta flessibilità, mia e di chi mi sta accanto, di essere sempre presente nei momenti importanti della loro vita e di quella della mia azienda. A questo quadro, chiaramente, non potrebbe mancare una fantastica tata!”.
Convegno a Perugia
Si tiene a Perugia dal 13 al 17 ottobre la 21a Convention mondiale delle Camere di Commercio italiane all’estero. Il 15 ottobre in sala dei Notari (ore 9) – momento centrale del programma – si svolgerà il convengo internazionale “Reti, filiere e qualità dell’internazionalizzazione per i territori: cultura, turismo, credito e servizi per le Pmi” (piccole e medie imprese) cui parteciperà il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera. Interverranno Luca Ferrucci professore Università di Perugia, Gianluigi Angelantoni amministratore delegato Angelantoni industrie spa, Bruno Bracalente presidente Fondazione Perugiassisi 2019, Franco Cotana direttore Centro di ricerca sulle biomasse dell’Università di Perugia, Massimo D’Aiuto amministratore delegato Simest spa, Stefania Giannini rettore Università per Stranieri, Riccardo Monti presidente agenzia Ice, Giancarlo Polito esperto di enogastronomia, Ermete Realacci presidente Symbola, Claudio Ricci sindaco di Assisi, Luisa Todini presidente Todini costruzioni generali spa.