La Comunità di Sant’Egidio aiuta a ripensare il rapporto tra preghiera cristiana e laicità dell’azione, che significa “riconoscere il valore della medicina, puntare alla valorizzazione del sapere scientifico, coltivare una visione realistica delle cose, senza alienarsi in pratiche superstiziose e perciò fatalmente inefficaci”.
Parole di Andrea Riccardi, storico della Chiesa e fondatore della Sant’Egidio, a margine della presentazione del suo libro Tutto può cambiare avvenuta venerdì scorso all’Università per Stranieri di Perugia; evento promosso dallo stesso ateneo insieme all’Associazione Beata Colomba e alla diocesi.
Riccardi ha rimarcato, a proposito del nesso tra cristianesimo e cultura: “Il mondo globale è invaso da irrazionalità ed emotività. Su esse si basano il fondamentalismo islamico o alcune esperienze pentecostali. Il cristianesimo invece è amico non solo dell’uomo con le sue ferite, ma anche della ragione, del pensiero, della cultura e del dibattito. Una Chiesa senza cultura è condannata al regionalismo.”
“Il mondo di oggi – ha aggiunto ha bisogno di visioni e di speranza. Per questo la Comunità ha tentato di avanzare pensieri lunghi, di camminare sulle strade della gente. Siamo cambiati, ma non rinneghiamo il ’68, e soprattutto non rinneghiamo l’eredità preziosa che è l’audacia; quell’audacia che negli anni, vagliata dal Vangelo, è diventata audacia di prendersi delle responsabilità. Come diceva Olivier Clément, le vere rivoluzioni sono quelle che passano attraverso il cuore e la cultura dell’uomo”.
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