Siamo abitati da una falsa concezione di pace e di guerra. La pace non è la semplice assenza di guerra ma pienezza di vita così come la guerra non è solo il conflitto armato tra due nazioni che si contendono un territorio.
Il mondo è attraversato da decine e decine di conflitti che hanno il proprio carico di dolore, morte e distruzione ma che non sono il risultato di una guerra classica. I fatti dell’Ecuador ci riportano in evidenza estrema il ruolo della criminalità organizzata e dello strapotere del narcotraffico che arrivano a condizionare tutta la vita, pubblica e privata, di un popolo.
La stessa situazione dell’Ecuador dove il presidente ha dovuto decretare lo stato d’emergenza sospendendo alcuni diritti e introducendo il coprifuoco, non è isolata. El Salvador, Haiti, Messico, Honduras e altre nazioni del centro e sudamerica, vivono sotto il tacco del narcotraffico. Sono situazioni che ci inducono ad avere più a cuore quelle popolazioni e a fornire loro l’assistenza necessaria per un’adeguata formazione a magistratura e forze dell’ordine, società civile e mondo dell’informazione, solo per fare alcuni esempi. Peraltro avremmo tutto l’interesse ad arginare tali fenomeni dal momento che gli effetti deleteri arrivano sino a noi.