Cosa significa “mettersi in gioco” nella realizzazione del progetto “Voci dal mondo”? Denisa e Roberta nell’incontro tenuto a Spoleto venerdì 27 settembre scorso, hanno svolto il ruolo di conduttrici dell’incontro, superando timidezze e affrontando anche le incertezze dell’ultimo minuto. E hanno condotto l’incontro dialogando con gli ospiti che si sono alternati con le loro testimonianze.
Qui Denisa e Roberta ci raccontano la loro esperienza.
Denisa Ioana
La bellissima città storica e d’arte, Spoleto, è stata la meta del terzo incontro di “Voci dal mondo”, un progetto che si propone di andare oltre le fake news e gli stereotipi sui fenomeni migratori, ha avuto luogo.
Anche per quest’incontro, come per i precedenti avvenuti a Terni e a Gubbio, hanno collaborato con fervore e impegno i membri del settimanale La Voce e la ong Tamat, insieme ai sedici giovani migranti di famiglie stranieri residenti in Umbria.
Prima e durante l’incontro, l’atmosfera è stata carica di emozioni sia per chi doveva condurre che per chi doveva occuparsi degli invitati, delle interviste, delle foto e dei video, dei social e così via.
Essendo stata nei panni della conduttrice, quest’incontro l’ho sentito diverso dagli altri vista la responsabilità, ma anche l’emozione, di dover presentare e dialogare con gli invitati e con il pubblico. Inoltre, le emozioni erano ancora più intense dato che eravamo presenti a Spoleto, nella città in cui sono arrivata nel 2011 e che mi ha accolta da immigrata in primis.
Proprio prima dell’incontro mi sono esercitata molto con l’altra conduttrice, Roberta, per quanto riguardavano le parti che ognuna doveva fare. In quel momento mi sentivo travolta dall’agitazione dato che era una cosa che non avevo mai fatto, ma appena salita sul palco sono riuscita, almeno in parte, a placarla.
Sono stata molto contenta di aver potuto dialogare con gli invitati, di scoprire le loro iniziative riguardo l’accoglienza dei migranti e le testimonianze di chi ha sperimentato la migrazione sulla propria pelle.
Alla fine dell’incontro mi sono sentita soddisfatta e grata di far parte di questo meraviglioso progetto.
Roberta Taye
Vorrei condividere con voi la mia prima esperienza come conduttrice. È stato un momento dove mi sono trovata un pò d’ansia e l’evento si è svolto durante l’incontro di Spoleto.
Per la prima volta in tutto il mio percorso universitario mi è stato affidato il ruolo di condurre, assieme alla mia collega Denisa; con cui partecipo a questo progetto lungo e interessante di “Voci dal mondo”, il progetto contro le Fake news che girano per tutto il nostro mondo, e siamo accompagnati da alcuni nostri docenti, che ci hanno fatto scoprire molte cose nuove.
All’inizio del nostro evento mi sono imbattuta su alcuni imprevisti ma ho provato a mantenere la calma. Ci eravamo preparate sugli argomenti di cui dovevamo parlare con gli ospiti del nostro incontro, e sui temi che dovevamo trattare con il pubblico.
Gli ospiti ci hanno raccontato le loro storie, il loro arrivo in Italia e le loro testimonianze su come si trovano oggi. Con loro sono stati invitati anche persone con ruoli importanti nel settore di associazioni di accoglienza per migranti di Spoleto.
Fare la conduttrice davanti a tanti spettatori richiede esperienza e abilità. Ho notato che tanti fanno sembrare facile e spontaneo il muoversi e parlare in modo naturale davanti alla telecamera ma io avevo molta ansia e agitazione anche se alla fine ho capito che professionista lo si diventa con la pratica e l’esperienza.
Nel nostro gruppo abbiamo anche colleghi che si occupano della gestione delle telecamere, giornali e social, che costruiscono la rete di espansione delle nostri voci il più possibile, in modo tale da raggiungere il nostro obiettivo e farci ascoltare da più persone possibile.