L’ultimo incontro della serie di eventi “Voci dal Mondo” si è tenuto a Perugia, portando con sé un messaggio di accoglienza e integrazione. Tra gli ospiti, ha partecipato Luciano Morini, responsabile del gruppo perugino della Comunità di Sant’Egidio, un’importante realtà attiva sul territorio umbro.
La missione della Comunità di Sant’Egidio
La Comunità di Sant’Egidio è un’organizzazione laica di carattere religioso, nata negli anni ’60 a Roma, che si è distinta per il suo impegno umanitario e sociale, specialmente in ambito di aiuto ai più vulnerabili, ed è presente ad oggi in circa 70 paesi.
L’ospite ha condiviso la missione della comunità nella promozione della cultura della pace. Con esperienze significative, come la mediazione nella guerra civile in Mozambico nel 1992.
Sant’Egidio si impegna a vedere ogni persona come un fratello o una sorella, piuttosto che come un mero beneficiario di assistenza.
I corridoi umanitari
In particolare Luciano Morini ha evidenziato l’importanza dei corridoi umanitari, istituiti dopo l’inizio della guerra in Siria, per offrire vie sicure di ingresso a rifugiati vulnerabili, evitando viaggi pericolosi nel Mediterraneo. Grazie a collaborazioni con il Ministero degli Interni, Caritas e altre organizzazioni, dal 2016 sono stati accolti oltre 7.000 rifugiati con particolare attenzione a famiglie e individui in difficoltà. Il processo di integrazione prevede corsi di lingua, fondamentali per facilitare l’inserimento dei migranti nel tessuto sociale locale, e supporto nella gestione burocratica e lavorativa, che risulta particolarmente complesso, soprattutto qui in Umbria. L’obiettivo è favorire una partecipazione attiva alla comunità.
I nuovi arrivati giungono a bordo di aerei in Italia dove li attende già una famiglia, una associazione o un gruppo di famiglie pronte ad accoglierli. Possiamo definire questo sistema, ha detto Morini, come di tipo “adottivo”, poiché le persone vengono in qualche misura invitate a diventare parte attiva della comunità. La comunità di Sant’Egidio promuove questa esperienza come un modello per l’accoglienza a livello europeo, esortando a garantire protezione a tutte le persone fragili.
La “Scuola della pace”
Uno dei progetti più significativi è la “Scuola della Pace”, un’iniziativa che offre un ambiente di apprendimento accogliente e inclusivo, dove bambini e ragazzi di diverse nazionalità possono incontrarsi e crescere insieme. La scuola si propone di promuovere dialogo e rispetto reciproco, permettendo ai partecipanti di condividere le proprie storie e culture.
Queste attività non solo aiutano gli immigrati a sentirsi parte della società, ma arricchiscono anche la cultura locale, creando una rete di scambio e interazione.
Costruire ponti e non muri
Durante l’incontro, Luciano Morini ha condiviso esperienze dirette e aneddoti significativi, evidenziando l’importanza di costruire ponti anziché muri. In un momento storico in cui l’immigrazione è un tema caldo e spesso controverso, le attività della Comunità di Sant’Egidio a Perugia rappresentano un faro di speranza, dimostrando come l’accoglienza e l’inclusione possano essere realizzate concretamente.
In conclusione, l’incontro “Voci dal Mondo” ha sottolineato l’importanza della diversità e dell’integrazione, evidenziando Perugia e altre città umbre come esempio di accoglienza e solidarietà.
Ouns Mornagui