C’è chi parte per curiosità, chi per spirito d’avventura… chi lo vede come un punto d’arrivo e chi come una partenza, un nuovo inizio. C’è chi parte con lo zaino leggero e chi, “per stare tranquillo”, riempie ogni spazietto vuoto della valigia.
C’è chi si fa film mentali su cosa troverà, chi parte a occhi chiusi e cuore aperto. Un mese di sorrisi, abbracci, sguardi, paure, dubbi e domande. Il fatto è che non si può spiegare a parole ciò che spesso nemmeno gli occhi riescono a contenere.
Abbiamo conosciuto la povertà, quella vera, ma anche l’amore e la fede. La fede di chi, pur non avendo nulla, con il Signore ha tutto. Momenti intensi quelli vissuti da noi 18 ragazzi di Trestina e dintorni, guidati dal sacerdote don Simone Valori, che quest’anno abbiamo trascorso un agosto decisamente diverso dal solito!
Un viaggio dall’altra parte del mondo alla scoperta del Perù. Prima tappa Huaylas, dove abbiamo partecipato all’inaugurazione dell’oratorio dedicato a Mauro Zambri, uno dei primi trestinesi a recarsi nella parrocchia peruviana dopo la nascita del gemellaggio con la parrocchia San Donato, che si era sin da subito innamorato di quei luoghi.
La costruzione dell’oratorio aveva preso il via proprio in coincidenza dell’arrivo del primo gruppo di volontari, tra cui anche il parroco don Vinicio Zambri. Poi è stato il momento di Pallasca. Catechisti di bambini che si sono affidati completamente a noi, così impacciati e balbettanti (viste le difficoltà linguistiche) che spesso ci sentivamo fuori posto… ma sempre nel posto giusto.
L’unica “arma” a nostra disposizione le parole che padre Ugo de Censi, missionario e fondatore dell’Operazione Mato Grosso, ci aveva lasciato al nostro arrivo a Lima: “Amate ogni bambino. Potrete non capire la lingua ma, se li amate, loro lo sapranno”.
Lungo il viaggio di ritorno, tappa a Tauca e ai suoi taller, scuole dove ragazzi di diverse età vengono indirizzati a un mestiere per garantire loro un futuro. I vari corsi vanno dalla falegnameria alla scultura, dal mosaico alla creazione di gioielli e vetrate e tanto altro. Opera imponente quella di padre Ugo che, una volta impostata questa struttura educativa, decise quale sarebbe stato l’unico criterio per l’ingresso ai corsi: il livello di povertà.
Tutto per i più poveri, tutto per dar loro una vita e un futuro migliore. Non si può non rimanere incantati dalla bellezza del posto, che sembra come avvolto da un’aura speciale che ti fa star lì, immobile, a fissare le tante “opere d’arte” e le manine di quei ragazzi che si dedicano completamente al loro lavoro, quasi senza far caso alla tua presenza.
Dopo una breve tappa a Chimbote e una visita alla sua meravigliosa cattedrale, è giunto il momento, anche se per molti a malincuore, di ripartire. In Perù abbiamo lasciato tutto ciò che avevamo. Ci siamo spogliati di tutto, svuotati. Nonostante ciò, non ci siamo mai sentiti così pieni. Pieni di vita, amore e speranza, doni gratuiti di bambini, anziani e volontari che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino e che rimarranno segni indelebili nei nostri cuori. Siamo partiti senza sapere cosa avremmo trovato, ora sappiamo che non saremo più gli stessi.