Il restauro del polittico di Sant’Angelo di Niccolò Alunno, iniziato nel settembre 2001 e conclusosi alla fine del 2005, ha restituito alla città di Bastia un’opera che sembra quasi rinata. Per chi infatti non è del settore, la pratica del restauro può considerarsi quasi un miracolo: come è possibile recuperare la bellezza perduta? E soprattutto, è ancora preservata la sua autenticità? Ed ecco che il restauratore, Stefano Petrignani, ha spiegato come si è giunti a questi straordinari risultati che qualunque osservatore, anche il più distratto, può cogliere ammirando l’opera. Il Polittico, prima del restauro, si conservava presso la chiesa collegiata di Santa Croce, addossato alla parete destra dell’abside; già da una prima osservazione sono emerse caratteristiche interessanti. Infatti, in questa prima fase, si era intuito ciò che con il disassemblaggio delle varie parti si è potuto verificare: la macchina della cornice era stata manomessa nella parte sommitale, in un passato non stabilito (fine XVIII – inizi XIX sec.). Questa è stata sicuramente una delle informazioni più di rilievo emerse da questo intervento, consentendo alla Soprintendenza ai Beni culturali dell’Umbria, nella persona della dott.ssa Cristoferi, di ipotizzare l’originale composizione. Probabilmente l’opera è stata ridimensionata nella decorazione della cornice, per esigenze di collocazione; questo è un esempio di come un restauro, effettuato in un’altra epoca storica, possa portare un danno irreversibile alla storia di un’opera. Ecco perché, nel restauro moderno, prima di qualsiasi intervento vanno effettuate delle indagini specifiche che possono essere invasive e non. Il Polittico, trasportato nel laboratorio del restauratore, ha ricevuto le attenzioni sia dello stesso Stefano Petrignani, sia del centro di eccellenza Smaart dell’Università di Perugia e di Pavia. Queste sono state fondamentali per comprendere la tecnica d’esecuzione con cui l’Alunno ha realizzato l’opera e lo stato di conservazione. In questo modo il tecnico ha potuto pianificare in maniera puntuale e misurare il proprio intervento, soprattutto nella fase di pulitura dallo sporco accumulatosi sulla superficie dipinta. Questo tipo di operazione è una delle più delicate e pericolose che un restauratore può svolgere. Si pensi infatti che proprio un passato intervento di pulitura sulla immagini sacre del Polittico di Bastia (la Madonna, il Bambino e san Michele arcangelo) ha fatto perdere molto del colore originale. In particolare il San Michele, secondo le attuali indagini scientifiche, era tutto in foglia argento, proprio per dare l’effetto di brillantezza del metallo, ma in seguito a questo intervento, probabilmente coevo a quello sulla cornice, effettuato con materiali acidi o caustici, ne è andata perduta quasi completamente la straordinaria lucentezza. Invece l’operato di Stefano Petrignani si è basato su dati certi che gli hanno consentito di recuperare, ove possibile, strato dopo strato, il colore nelle sue tonalità originali. Tutto ciò senza intaccare l’originalità dell’opera e consentendone la sua trasmissione al futuro.
Alunno, i segreti di un restauro
Bastia. Come si può ripulire un'opera d'arte senza danneggiarla? Oggi la tecnica permette di non ripetere gli errori del passato. Parla il restauratore Stefano Petrignani
AUTORE:
Francesca Farinelli