La disoccupazione giovanile è molto alta, e allo stesso tempo le 75.000 aziende, grandi e piccole, della provincia di Perugia hanno difficoltà a trovare personale con le competenze professionali richieste. Difficoltà che riguardano circa un terzo delle offerte di lavoro.
Lo ha sottolineato il presidente della Camera di commercio di Perugia, Giorgio Mencaroni, in occasione dell’Alternanza Day, incontro con docenti e imprenditori per illustrare attività e progetti dell’ente camerale nei programmi di alternanza scuola-lavoro per questo anno scolastico. Un’innovazione didattica introdotta con la riforma della Buona scuola per avvicinare al mondo del lavoro gli studenti delle superiori.
“La Camera di commercio – ha detto – vi ha creduto fin dalla sua introduzione con ottimi risultati. Soltanto nel 2017 hanno partecipato ai nostri progetti 850 studenti di 16 istituti. C’è stato un interesse crescente anche da parte delle aziende, tanto che dalle 41 adesioni iniziali si è passati a ben 690.
Gli imprenditori hanno bisogno di nuove figure professionali, e per questo serve una sorta di network con rapporti continui tra aziende, scuole ed enti formatori del territorio. Anche le imprese perugine infatti – ha proseguito Mencaroni – incontrano difficoltà crescenti per reperire i profili professionali di cui hanno necessità. Come dire, le imprese creano lavoro, ma non riescono a trovare i lavoratori adatti”.
Dalla ultima indagine Excelsior sull’andamento dell’occupazione nelle imprese della provincia di Perugia risulta che nel mese scorso erano disponibili 3.800 occasioni di lavoro (il 27 per cento con contratti a tempo indeterminato).
Ebbene, in 31 casi su cento le imprese hanno avuto difficoltà a trovare i profili professionali richiesti. Mancano non solo tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, ma anche operatori della cura estetica, operai metalmeccanici, commessi e personale qualificato nella grande distribuzione.
“Mi sconcerta – ha detto Mencaroni – che il nuovo Governo abbia manifestato l’intenzione di eliminare negli esami di maturità la tesina sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro e di ridimensionare questo progetto didattico, che diventerebbe facoltativo. Dimezzando anche i fondi dedicati. Il mio intervento – ha proseguito – non vuole avere una connotazione politica, ma rimango deluso dalla situazione” (continua a leggere sull’edizione digitale de La Voce, basta registrarsi).
Enzo Ferrini