I fondatori del Parco delle energie rinnovabili (Per) di Frattuccia, Alessandro e Chiara Ronca, dopo aver letto centinaia di libri sulle energie rinnovabili e sull’agricoltura sostenibile, un bel giorno si innamorarono del posto dove hanno realizzato il Per, facendo la scelta della loro vita.
Alessandro Ronca si definisce un “banale perito elettrotecnico”. In realtà è molto di più. Ha lavorato, nel settore della ricettività in Kenya, Tanzania e in Honduras, dal 1993 al 2001. Sia come direttore d’albergo, sia come project manager nella ristrutturazione di strutture di accoglienza per turisti e viaggiatori.
Ma un conto è la gestione di alberghi di lusso nel cuore dell’Europa, altro è – ad esempio – organizzare l’accoglienza al Parco del Selous, in Tanzania: sulle rive del fiume Rufigi, Alessandro ha diretto il campo internazionale per safari fotografici. Un territorio difficile, dove il clima è nemico dell’uomo.
“Mi occupavo – ricorda Alessandro Ronca – dell’intera attività ricettiva, della struttura come dell’accoglienza e degli spostamenti dei visitatori. Era complicato, proprio a causa delle difficili condizioni del clima. Ma, grazie ad un po’ di fantasia e tanto lavoro manuale, riuscivo ad offrire un comfort occidentale in un luogo molto duro da vivere”.
Energie rinnovabili nel parco di Frattuccia
Dalla fine del 2001, Alessandro ha trasferito tale “fantasia” in località Frattuccia, nel Comune di Guardea (Terni), dando vita al Parco delle energie rinnovabili.
L’ingegno aguzzato in Africa è stata votato alla realizzazione di materiali costruttivi ad alto isolamento termico, al riutilizzo delle acque piovane, al riscaldamento solare o a biomassa (legna e pellettatura di residui agricoli), al raffrescamento naturale degli edifici d’estate, alla progettazione di elettrodomestici a ridotto consumo di energia e acqua, all’illuminazione ad alto rendimento, allo sviluppo di vari tipi di pannelli fotovoltaici e di generatori eolici, all’integrazione tra il fotovoltaico e l’eolico, alla costruzione di serre passive o riscaldate da collettori, di pompe fotovoltaiche per l’irrigazione delle colture, di forni solari, di elettrorecinti fotovoltaici per tenere lontani volpi, cinghiali, faine, istrici, tassi e daini, senza loro nuocere, e di compost toilet.
“In Africa – aggiunge Alessandro -, come ben sanno molti missionari, aprire il rubinetto dell’acqua non è affatto scontato. Oggi il mio parco di Frattuccia serve per farci riflettere su ogni gesto quotidiano a cui ormai, in Occidente, non diamo più significato.
Ci accorgiamo che l’energia è preziosa solo quando riceviamo bollette sempre più salate. Sfruttando l’energia della natura, dal vento al sole, col Parco delle energie rinnovabili vogliamo contribuire a creare un nuovo clima, sia umano che planetario. Vogliamo essere felici e rendere felici: risparmiare risorse non è un sacrificio ma è il nuovo umanesimo. A lungo termine, infatti, lo spreco comporta sempre infelicità, sacrifici e lutti”.