Mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia, guiderà la delegazione diocesana alla Giornata Mondiale della Gioventù di Toronto.
Quale sarà il tema che i giovani di tutto il mondo affronteranno insieme quest’anno?
“Il tema è basato sul vangelo di Matteo “voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo” e continua le tematiche che il Papa lancia al mondo giovanile come a delineare quale è la vocazione della Chiesa e dei giovani in particolare. All’inizio di questo millennio dire ai giovani “voi siete il sale della terra” è una chiamata, ma anche una sfida. In un mondo in cui la vita è sempre più scipita e la luce sempre più fioca, coloro che hanno prospettive più lunghe devono riflettere molto sul senso stesso della loro vita e della loro missione. Dopo l’11 settembre ognuno rischia di rinchiudersi in se stesso, sia personalmente che nella famiglia o nel proprio paese. Questa frase evangelica ci dice invece con chiarezza che non si vive per sé. Il sale serve a rendere saporito il cibo. La luce serve ad illuminare. Trovo particolarmente significativo che la prima Gmg del nuovo millennio richiami i giovani alla grande, affascinante e terribile responsabilità di rendere la vita più saporita e il cammino più luminoso”.
Che significato assume l’incontro tra un Papa sempre più anziano e malato e i giovani?
“In questa alleanza vedo una prospettiva per il futuro: quello che dobbiamo individuare, anzi, disegnare è il legame tra queste due generazioni per costruire un mondo nuovo, un futuro nuovo nel rapporto tra la maggioranza della popolazione, che è anziana, e coloro che si affacciano alla vita. Davvero il futuro di Terni e dell’Umbria, come dell’Italia e dell’Europa, è in questa capacità di legarsi tra le generazioni, che sono certamente diverse, e forse, proprio per questo, hanno bisogno di trovare le forme di dialogo e collaborazione per costruire una società che sia davvero più umana, dove queste sponde estreme riescono a forzare quell’individualismo che rischia di soffocare la vita di tutti”.
Come due anni fa a Roma lei terrà delle catechesi. Di cosa parlerà?
“L’argomento sarà l’energia che scaturisce dalla parola di Dio e l’Eucarestia per creare un mondo nuovo. L’energia per cambiare il mondo e la storia non risiede naturalmente nei giovani. Basti pensare alla spinta all’autodistruzione della tossicodipendenza o delle stragi del sabato sera. Allora penso sia importante che i giovani riscoprono la forza del Vangelo, la forza di un’utopia che – come il Papa ha scritto nel suo messaggio – ‘vi consentirà di confortare le persone che soffrono e di portare la pace al mondo. Sono tante le persone ferite dalla vita, escluse dallo sviluppo economico, o che si perdono dietro false illusioni e hanno smarrito ogni speranza’. Il Vangelo ci aiuta ad avvicinarci a queste persone curarle, sostenerle, anzi direi guarirle perché anch’esse possano insieme a noi incamminarsi verso questo nuovo secolo con maggiore speranza. Questo è il tema delle catechesi, tenendo presente che viviamo in una società delle diversità, che per i credenti diventano un’opportunità di crescere nell’amicizia e nella fraternità tra tutti”.