Aerei, strade, treni, bus: la situazione in Umbria

In che situazione si trovano oggi aerei, strade, treni e autobus nella nostra regione?

aeroporto-strada-stazioneNel 2013 i passeggeri nell’aeroporto San Francesco sono stati 215 mila, cresciuti rispetto all’anno precedente, ma tra costi e ricavi c’è stato un disavanzo di quasi 800 mila euro. La Sase (la società che lo gestisce e della quale fanno parte Regione, Comune e Camera di commercio di Perugia, Confindustria e altri soci) ha presentato un piano di sviluppo che prevede di arrivare a 400 mila passeggeri nel 2015 attivando nuovi collegamenti nazionali e internazionali, e che richiede investimenti per quattro milioni di euro. Piano che, come afferma il presidente della Sase Mario Fagotti, deve ancora essere approvato dall’assemblea dei soci, ma sembra avere ottenuto il consenso e il sostegno della Regione.

Attualmente da Perugia si vola tutto l’anno per Londra, Bucarest, Tirana e Trapani. Durante la bella stagione ci sono anche collegamenti con Barcellona, Bruxelles, Olbia e Cagliari, e voli charter per località delle vacanze come Palma, Ibiza, Rodi, Creta e Sharm El Sheikh. La Sase sta cercando di riattivare nel 2014 i voli Rynair per lo scalo internazionale di Bergamo e di avviare con la stessa compagnia quelli per Lamezia e Oslo. Sono in corso contatti con altre compagnie per aprire quest’anno collegamenti anche con Monaco, Malta e Tel Aviv. Per il 2015 si spera di avere voli anche per uno scalo del Nord Europa tra Olanda, Germania e Polonia, per Casablanca, e per la Russia. Intensificando anche i collegamenti nazionali con nuove mete quali Roma Fiumicino e Brindisi.

Intanto il ministro dei trasporti Maurizio Lupi ha presentato al Consiglio dei ministri il decreto che inserisce Perugia tra gli scali di interesse nazionale e che dovrebbe essere approvato entro il mese. Un riconoscimento che ha scongiurato il rischio di declassamento a scalo regionale, ma che impone il raggiungimento dell’equilibrio finanziario entro un triennio. “Ed è questa – ha commentato l’assessore regionale Silvano Rometti – la grande sfida che ci attende: farlo crescere fino a raggiungere una quota di passeggeri che non richieda più il continuo ricorso a finanziamenti pubblici come avvenuto finora”.

LA E45 DIVENTA AUTOSTRADA?

Per ora ci sono tante buche e tante polemiche. Parliamo della superstrada E45. C’è un progetto per trasformarla in autostrada da Mestre a Orte, ma in tanti non sono d’accordo. Meglio tappare le buche. “In una regione dove si impiega un’ora e mezza per percorrere in treno gli 80 km di distanza tra Perugia e Terni – osserva Legambiente – non si sente proprio la necessità di un’opera che non porterà nessun beneficio né agli spostamenti interni, né verso altre regioni”.

Il sottosegretario alle Infrastrutture Rocco Girlanda si dice sicuro che entro la fine dell’anno sarà indetta la gara di appalto dei lavori, che comprende anche la realizzazione del ‘Nodo’ di Perugia. Per un importo di 10 miliardi. La nuova autostrada sarà realizzata in project financing da privati che ne incasseranno il pedaggio. Una spesa in più per i tanti pendolari umbri, che ora la percorrono quotidianamente gratis. La proposta di Girlanda è quella di esentare dal pagamento i residenti per percorsi inferiori ai 50 km.

L’ottimismo sulla realizzazione sembra però eccessivo, considerando le polemiche che ormai da un decennio riguardano il tracciato del “Nodo di Perugia” e la situazione della Perugia-Ancona che sembra seguire le sorti della famosa Salerno-Reggio Calabria. I lavori della superstrada che dovrebbe avvicinare l’Umbria all’Adriatico sono cominciati negli anni Settanta. Si procede a singhiozzo tra interruzioni e rinvii per soldi che finiscono, gare d’appalto bloccate per vertenze amministrative e giudiziarie, imprese che falliscono. Girlanda comunque si dice certo che la situzione si sbloccherà presto, anche perché con il cosiddetto “decreto del fare” sono arrivati i fondi per il completamento di tutte le opere della Quadrilatero, che comprende la Foligno – Civitanova Marche e appunto la Perugia-Ancona.

C’è un’altra superstrada che dovrebbe collegare Tirreno e Adriatico: è la E78. In Umbria però i Comuni dell’Alta Valle del Tevere stanno ancora litigando su dove farla passare.

Girlanda intanto annuncia che sono disponibili 74 milioni per un nuovo tratto della Gubbio-Umbertide e che ci sono 8 milioni per ultimare entro il 2015 la complanare di Orvieto.

L’ODISSEA DEI TRENI

Più treni e meno automobili è invece la proposta di Legambiente: “Basta con le grandi opere stradali, più trasporto ferroviario pendolare, più trasporto pubblico e mobilità nuova”.

Ogni giorno, sui 529 km di ferrovie umbre viaggiano mediamente circa 30.000 passeggeri, di cui quasi 7.000 abbonati. Si tratta soprattutto di lavoratori e studenti pendolari “costretti ormai da tempo – afferma Legambiente – a interminabili e cronici ritardi e disservizi”. Come quando (ma è solo uno dei più recenti episodi) il regionale Terontola-Foligno si è guastato a Tuoro bloccando per tre ore la circolazione sull’unico binario. Pochi giorni prima, un disservizio analogo si era verificato sulla linea per Roma. Negli ultimi due anni i biglietti sono aumentati del 25 per cento mentre i servizi – denuncia Legambiente – sono stati tagliati del 3 per cento. In una regione dove già si registra il più alto tasso di motorizzazione d’Italia, nel decennio 2003-2013 sono stati spesi 199 milioni di euro (cioè l’80,56% delle risorse) per strade e autostrade contro i 47,4 del trasporto ferroviario. Legambiente chiede invece che “il 50% della spesa regionale per le opere pubbliche vada al servizio ferroviario pendolare, al trasporto pubblico e alla mobilità nuova”. Anche Federconsumatori denuncia il frequente ripetersi di ritardi e disservizi dei treni per i pendolari.

C’è poi il problema di collegare meglio l’Umbria con l’alta velocità. Le Amministrazioni regionali di Umbria e Toscana si stanno dando da fare per realizzare la nuova stazione Media Etruria che dovrebbe sorgere al confine tra le due regioni. Anche in questo caso c’è una guerra di campanili per il luogo dove costruirla, sempre che si riesca a farlo.

ANCHE PER I BUS FUTURO INCERTO

Non ci sono buone notizie neanche per i pendolari che usano gli autobus. I biglietti sono aumentati e i servizi sono stati ridotti. Umbria Mobilità, la società regionale sorta dall’accorpamento di altre aziende pubbliche locali per razionalizzare costi e servizi, dopo qualche anno è già in crisi ed è stata messa in vendita. Manager superpagati, operazioni spericolate e casse vuote. L’acquirente dovrebbe essere Busitalia, società delle Ferrovie dello Stato. L’operazione dovrebbe avvenire il prima possibile, ma l’Antitrust ha chiesto chiarimenti. Dovrebbero essere costituite due società: una, la cui maggioranza viene acquisita da Busitalia, si occuperà dei servizi, mentre l’altra dovrà gestire il patrimonio di Umbria Mobilità cercando di recuperare gli ingenti crediti (alcune decine di milioni di euro) di servizi incautamente svolti nel Lazio e in Sicilia. Con il rischio insomma, come per Alitalia, che i debiti restino a carico degli enti pubblici proprietari, e quindi dei cittadini.

PERUGIA. MINIMETRÒ FINO A MONTELUCE?

Il Comune di Perugia quest’anno spenderà quasi 800 mila euro per gli ascensori della galleria Kennedy, mentre per la sostituzione delle rampe delle scale mobili nella Rocca paolina si parla di una somma ben più consistente.

Si ricomincia poi a parlare di un prolungamento del Minimetrò. Un’ opera innovativa che ha avuto risonanza e apprezzamenti internazionali, ma che è incompleta per una riorganizzazione vera della mobilità urbana. Il Governo ha messo a disposizione degli enti locali un Fondo nazionale mobilità che prevede un finanziamento del 60 per cento delle infrastrutture che verranno ammesse. Il Comune di Perugia ha inviato uno studio di fattibilità sul prolungamento del Minimetrò fino Monteluce. Sono in molti però a sostenere che sarebbe più utile portare il Minimetrò fino al grande ospedale di San Sisto. Sarebbe troppo oneroso, replica il Comune, che preferirebbe una nuova strada di 2 km da riservare esclusivamente a bus elettrici che fanno la spola tra Pian di Massiano e l’ospedale di Santa Maria della Misericordia.

Con un’osservazione finale da parte di chi scrive: ma la seconda linea del Minimetrò per collegare la zona Est del territorio con il centro storico a Perugia non esiste già dal secolo scorso? È la Ferrovia centrale umbra, che collega la popolosa frazione di Ponte San Giovanni con la centralissima stazione di Sant’Anna, a poche decine di metri dalle scale mobili. Solo che ci passano pochi treni, vecchi e malandati…

AUTORE: Enzo Ferrini