La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è un’iniziativa ecumenica dove le confessioni cristiane pregano insieme per il raggiungimento della piena unità secondo il volere di Cristo stesso. Si svolge dal 18 al 25 gennaio, tra la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo. È nata in ambito protestante nel 1908 e dal 1968 il tema e i testi sono elaborati dalla commissione Fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese, per protestanti e ortodossi, e dal Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, per i cattolici.
Il tema della Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani
Il tema per il 2025 è il passo del vangelo di Giovanni “Credi tu questo?” (Gv 11, 26). La Settimana di quest’anno, inoltre, cade nell’anniversario (1700 anni) del Concilio di Nicea (325), dal quale scaturì una professione di fede condivisa, il Credo, che da allora rappresenta per i cristiani un elemento in cui identificarsi e trovare unità.
La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani in Umbria
In Umbria la Settimana è stata aperta la sera di sabato 18 gennaio con una celebrazione ecumenica nel santuario della Spogliazione di Assisi, dove riposa il corpo del prossimo santo Carlo Acutis, curata dalla commissione Ecumenismo e dialogo interreligioso della Ceu, di cui è coordinatrice Marina Zola. Dinanzi ad oltre 150 fedeli, la preghiera è stata guidata da mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, da padre Petru Heisu della Chiesa ortodossa rumena, da padre George Khachidze della Chiesa greco-ortodossa, da Brother Samuel Richard Double SSF della Chiesa anglicana, dal pastore Lillo Furnari della Chiesa avventista e dalla pastora Antonella Violi della Chiesa valdese
La presenza di alcuni vescovi umbri
Al centro del presbiterio è stato posizionato l’evangelario, a sottolineare che l’incontro era presieduto da Gesù. I rappresentanti delle confessioni, infatti, erano seduti alla destra e alla sinistra. C’erano anche alcuni vescovi umbri: Domenico Sorrentino di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e Foligno, che ha dato il benvenuto ai presenti sottolineando che “non faremo mai passi adeguati verso l’unità se non si matura la spiritualità della spogliazione”, ossia abbandonare orgogli e puntigli che minano la pace; Ivan Maffeis di Perugia-Città della Pieve, Francesco Soddu di Terni-Narni-Amelia e Luciano Paolucci Bedini di Gubbio e Città di Castello. C’erano anche alcuni parroci della Chiesa ortodossa rumena in Umbria e rappresentanti di altre comunità cristiane.
L’introduzione alla preghiera e la proclamazione delle letture
Marco Garavaglia, della Comunità di Bose che è in Assisi, ha letto l’introduzione alla preghiera. I canti sono stati eseguiti dal coro regionale del Rinnovamento nello Spirito Santo. Dopo la proclamazione delle letture, la riflessione è stata fatta a due voci: dal pastore Lillo Furnari e dall’arcivescovo Renato Boccardo. Furnari, tra l’altro, ha sottolineato l’importanza di credere che in Gesù c’è la resurrezione e che al suo ritorno le tombe si apriranno. “Ciò – ha detto – è difficile da credere oggi in un clima sociale caotico dove scetticismo e incredulità dilagano”.
Le parole dell’arcivescovo Renato Boccardo
“Sappiamo bene – ha detto poi mons. Boccardo – che il ristabilimento dell’unità non è possibile senza interiore conversione, perché il desiderio e la nostalgia della piena comunione nascono e maturano dal rinnovamento della mente, dall’amore della verità e dalla libera effusione della carità. Dobbiamo mutare lo sguardo, dilatare gli orizzonti, saper riconoscere l’azione dello Spirito Santo che opera nei fratelli e nelle sorelle, scoprire volti nuovi di santità, aprirci ad aspetti inediti dell’impegno cristiano. L’unità è la nostra comune missione; è la condizione perché la luce di Cristo si diffonda più efficacemente in ogni angolo del mondo. La strada che si apre dinanzi a noi sembra essere ancora lunga. Eppure non perdiamo la fiducia, anzi con più lena riprendiamo il cammino insieme. Cristo ci precede e ci accompagna”.
Francesco Carlini