Dall’8 al 12 novembre, l’Umbria sarà la regione italiana col maggior numero di religiosi presenti nel territorio. In quei giorni, infatti, ai 519 consacrati che ci vivono abitualmente, dislocati sia nei grandi centri (Perugia, Terni, Spoleto, Foligno, Assisi), come nei piccoli paesi sparsi sulle colline (Amelia, Pascelupo, Stroncone), si aggiungeranno i 170 che si riuniranno in Assemblea generale ad Assisi per discutere problemi riguardanti i rispettivi istituti. All’assemblea parteciperanno i Superiori provinciali di quasi tutti gli Ordini e le Congregazioni maschili presenti in Italia, in rappresentanza degli oltre 20 mila religiosi impegnati in ogni settore dell’apostolato nei conventi, nelle parrocchie, nei santuari, nelle università, nelle caserme, sulle navi, negli ospedali, nelle carceri e in tutti i luoghi in cui c’è chi desidera conoscere e avvicinarsi alla Parola salvatrice di Dio. L’assemblea costituisce un ‘ritorno’ dei religiosi nella regione in cui essi praticamente sono nati. Se si pensa, infatti, che il monachesimo occidentale si deve alla pietas di san Benedetto da Norcia, e il movimento francescano alla geniale fantasia di Francesco d’Assisi, vissuti rispettivamente nel IV e nel. XIII sec, si capisce bene quanto gli Ordini religiosi debbano alla gente umbra. Benedetto nacque dalla romana gente Anicia quando la civiltà occidentale pareva definitivamente sommersa dall’alluvione barbarica; lui la ricostruì pian piano con pazienza contadina (dei contadini umbri) insieme ai suoi monaci, prendendo come insegna l’aratro e la croce e per motto due parole che sono passate alla storia: prega e lavora. Una storia che dura anche oggi, portata avanti da ottomila monaci benedettini sparsi per il mondo e prossimi a recarsi in Cina. I religiosi di tutti i tempi si sono riferiti e si riferiranno a questi santi umbri che hanno avvicinato la Chiesa al popolo, vivendo fondamentalmente secondo le regole da loro scritte e impegnandosi per gli stessi scopi. Per questo, con l’assemblea in programma, si può dire che i religiosi ricominciano da dove sono partiti. Lo fanno perché il ritorno alle sorgenti permetta loro di riscoprire il segreto per rinnovare prima se stessi e poi la società in cui vivono e che per molti aspetti assomiglia a quella in cui vissero i due santi. Quella di Benedetto, infatti, era sconvolta, e lui le ricordò il principio dell’ordine; aveva sovvertito i valori, e lui le impose il rispetto dell’autorità; era in preda all’anarchia generale, e lui la radicò nella regola. La società dei tempi di Francesco correva dietro al guadagno (cominciava allora l’ascesa economica e politica dei mercanti); all’arricchimento e al piacere, e lui le insegnò come correre verso la ricchezza spirituale della povertà; verso il guadagno dell’anima e verso il godimento della perfetta letizia. L’Umbria è lieta di essere stata scelta dalla Cism (Conferenza italiana Superiori maggiori) come luogo di incontro di quanti la compongono, e augura loro non solo un felice soggiorno nella terra dei suoi santi, ma soprattutto la possibilità di riscoprire, con il loro aiuto, il segreto per rivitalizzare gli Istituti che dirigono perché contribuiscano a formare una società nuova.
Ad Assisi religiosi da tutta Italia
Alla riunione si discuterà dei problemi riguardanti i rispettivi istituti
AUTORE:
Padre Egidio Picucci