“Gloria a Te, Cristo Gesù…”. L’inno del Giubileo ha aperto il primo momento di preghiera nella chiesa stazionale di S. Giovanni, dove venerdì pomeriggio 5 gennaio s’erano raccolte rappresentanze di tutte le parrocchie della diocesi con i propri sacerdoti e le comunità religiose per il solenne rito di chiusura dell’Anno santo. Ci si è poi mossi in processione verso la chiesa cattedrale alternando il canto dei salmi con le litanie dei santi. Apriva la processione l’Evangelario portato da un diacono, quale segno di Cristo che cammina davanti al suo popolo, luce e guida per i suoi discepoli. In cattedrale, dopo la benedizione dell’acqua, mons. Vescovo ha percorso l’intera navata per aspergere la numerosa assemblea in ricordo del Battesimo, invitando ad aprire il cuore alla Misericordia di Dio che, attraverso il pieno perdono dell’Indulgenza, ci ridona la santità battesimale. Dopo la proclamazione delle letture è stato cantato l’annuncio del giorno della Pasqua, verso la quale convengono e nella quale culminano tutte le altre celebrazioni dell’anno liturgico.Nell’omelia, mons. Vescovo ha riletto alla luce della Profezia di Isaia il grande Giubileo: il grandioso movimento di popoli che si è mosso in pellegrinaggio ad incontrare il Signore; e, nella seconda parte si è collegato a quanto il Papa ha detto nell’omelia del primo gennaio, concetto che poi avrebbe ripetuto nell’omelia dell’Epifania: “Cristo chiede ai credenti, ai quali ha offerto la gioia di incontrarlo, una coraggiosa disponibilità a ripartire per annunciare il suo Vangelo antico e sempre nuovo”. Ad accompagnare questo cammino missionario della Chiesa diocesana, mons. Vescovo ha annunziato una nuova visita pastorale, la terza del suo episcopato, a partire dalla prossima Quaresima. La nuova Lettera apostolica del Papa “Novo Millennio ineunte” ne segnerà la rotta. Ed è stato significativo come con la lettura del Vescovo abbia coinciso, senza preventivo accordo, la lettura spontanea dei rappresentanti delle zone pastorali che, prima del canto del Te Deum, hanno espresso la memoria grata dei doni spirituali accolti durante quest’anno giubilare insieme alla consapevolezza della necessità di una conversione pastorale e di vita che faccia maturare i semi di grazia.