Da settant’anni La Voce racconta l’Umbria, i suoi campanili e le sue torri civiche, i cambiamenti ecclesiali, sociali ed economici. Il settimanale dei cattolici umbri nasce il 13 dicembre 1953, ma è da inizio dell’anno seguente che le pubblicazioni diventano regolari. Sono gli anni del dopoguerra, della ricostruzione e della divisione del mondo in due blocchi. In quel clima arriva la scelta pastorale di avviare un comune strumento di comunicazione delle quattordici diocesi umbre di allora (l’unica a non aderire al progetto è Foligno, la cui Gazzetta usciva regolarmente dal 1886).
In quei primi anni, sotto la direzione di don Pietro Fiordelli, il giornale raggiunge le 22 mila copie, grazie a una redazione in cui figurano anche nomi come Italo Moretti e Dante Alimenti. Nei decenni seguenti cambiano i direttori e il giornale viene firmato da don Antonio Berardi, don Giovanni Benedetti, don Remo Bistoni, don Elio Bromuri, Riccardo Liguori e Maria Rita Valli. Negli anni Ottanta, nella redazione regionale arrivano giovani come Luca Diotallevi di Terni e Marco Tarquinio di Assisi. Sono tante le firme e i volti che, dopo la “palestra” de La Voce, si affacciano con successo sui media nazionali, ecclesiali e non.
Nei suoi sette decenni di vita, il settimanale dei cattolici umbri muta “pelle” più volte, adattandosi alle necessità e ai cambiamenti di un territorio e di un tessuto ecclesiale, che oggi conta otto diocesi e sei vescovi dopo l’unione in persona episcopi di Assisi e Foligno, e di Gubbio e Città di Castello. Cambiamenti profondi che le Chiese umbre attraversano soprattutto dagli anni Ottanta in poi e che continuano – giorno dopo giorno anche oggi.
In questo contesto, lo stesso “consumo” di mass media cambia in modo significativo e rapido. Per soddisfare il nostro fabbisogno informativo non abbiamo più a disposizione solo una serie di mezzi di comunicazione (stampa, radio, tv, Internet), ma abbiamo varie modalità di fruizione per ogni mezzo.
Ecco perché si rendono necessari cambiamenti radicali e una nuova organizzazione editoriale ed economica anche per i mezzi di comunicazione sociale della Chiesa umbra. E nella redazione de La Voce ne siamo pienamente consapevoli, tanto da cercare di far crescere la presenza digitale del settimanale attraverso una rinnovata app per dispositivi mobili – in fase di lancio proprio in queste settimane – che possa affiancare la storica presenza online (il sito web nasce nel 1994, tra le prime testate giornalistiche) e profili social sempre più crossmediali.
Non è certo solo una questione “tecnica” o gestionale, ma soprattutto pastorale e missionaria. Negli ultimi quattro anni, in particolare, Papa Francesco ci ha invitato a riscoprire la narrazione delle storie di vita, a uscire dalle redazioni per incontrare le persone, ad ascoltare con l’orecchio del cuore e a parlare (e scrivere) per costruire ponti e non muri. Il nostro tentativo è proprio quello di continuare a leggere, interpretare e commentare l’attualità ecclesiale, sociale, politica ed economica della regione, così come l’essere “voce” chiara e decisa in dialogo col mondo laico.
Dovremo farlo adeguandoci ai tempi, ai modi e ai linguaggi propri di una comunicazione e di un giornalismo che mutano rapidamente, integrandoci con gli altri media ecclesiali del territorio in una sinergia profonda che punta a quella virtuosa diffusione di informazioni e messaggi su carta, etere, digitale.