Ac, sii quello che sei!

Strepitoso il successo dell’Incontro nazionale dell’Azione cattolica, a Loreto, nei primi giorni di questo settembre, culminato domenica 5 con i 300mila presenti alla messa del Papa. Avevo da poco compiuto dieci anni quando i miei mi misero in seminario, incapsulandomi nella divisa nera culminante intorno al collo con il “colletto romano”; ma avevo già “militato”, nelle Fiamme di Ac (verdi, gialle, rosse: erano queste le tonalità previste?). Mi aveva iscritto mia madre, lei che avrebbe voluto che esistesse anche un Gruppo lattanti di Ac. Due i ricordi, nitidi dopo tanti anni. Il primo, quando mio fratello Bruno tornò gasato come non mai dalla prima grande manifestazione del dopoguerra, il raduno dei Baschi Verdi a S. Pietro, mezzo milione di giovani convocati a Roma, intorno a Pio XII, da Carlo Carretto. Per arrivarci tutto era buono. Io ricordo di aver visto partire da Scheggia, per aggregarsi a Gubbio ai pullman in partenza per Roma, un camion scoperto con su dei lunghi banchi gremiti di giovani vocianti. Il secondo quando, sedicenne, grazie all’Azione cattolica diocesana potei partecipare ai funerali di De Gasperi, nell’agosto del 1954. Partimmo nel cuore della notte (non c’erano ancora né autostrade né superstrade), fummo a Piazza Esedra alle 9 del mattino, tra una selva di bandiere e un oceano di gente, non riuscimmo nemmeno ad entrare in Santa Maria degli Angeli dove avevano luogo le esequie, ma dentro bolliva la “voglia di esserci”. Ricordi piccoli, nel contesto di una grandissima presenza nella vita sociale e culturale dell’Italia che si modernizzava, nel bene e nel male, oscillando fra Doctor Jekyll e Mister Hyde. Poi, dopo il Concilio, il declino. La supponenza di noi, veri o presunti (a volte presuntuosi) nuovi “intellettuali organici” della Chiesa, la tiepidezza dei molti, la fedeltà tenacissima dei pochi che non hanno mai mollato. Ora, poco dopo la boa del terzo millennio, il rilancio, le scie luminose della testimonianza tracciate dal Papa: contemplazione (e non generica “preghiera”), comunione (e non semplice “tolleranza”), missione (e non semplice “presenza”). Ora che i capelli si son fatti bianchi e la vita ha imboccato il rettilineo d’arrivo, torna prepotente la “voglia di esserci”, di nuovo. La preghiera per “esserci”. Accanto ai pochi che non hanno mai mollato, come, nella mia diocesi, M. Luisa Mazzanti e Giuseppe Maurizi. Accanto alla fede cristallina che nel suo luminoso dolore esprime la presidente nazionale Paola Bignardi. La sera di sabato 4 settembre la presentatrice Tv l’ha chiamata due volte “Daria”: quella del Grande Fratello. Un segno anche questo, quasi un invito inconscio ad un “camminare accanto” che non esclude nessuno, e insieme alle antiche accoglie anche le nuove povertà.