Se vogliamo veramente ripartire ab ovo, se vogliamo individuare il cuore di quella crisi morale che dai primi anni ’80 attanaglia la politica italiana e la rende sporca e impresentabile, dobbiamo tornare all’analisi che Enrico Berlinguer 35 anni fa concesse a Eugenio Scalfari. Una pietra miliare nella storia sociale dell’Italia, da collocarsi accanto a quella che l’allora segretario del Pci scolpì nel 1977, quando tagliò il cordone ombelicale che collegava con la Russia la sinistra italiana: un cordone che tra l’altro, in coppia con le grandi cooperative rosse, aveva permesso al Pci di disporre di un apparato di circa 30.000 dipendenti. Berlinguer dichiarò che, con l’evoluzione che aveva fatto registrare in Russia, il comunismo aveva esaurito la sua spinta propulsiva.
Secondo quell’uomo politico acuto e onesto, i cancri che provocavano la crisi morale della politica italiana erano due: l’occupazione del potere da parte dei partiti e, in stretto collegamento con questo, la riduzione a clientela del corretto rapporto che dovrebbe correre tra la gente e gli uomini che la rappresentano in Parlamento, là dove si fanno le leggi che dovrebbero sostenere e potenziare la vita di tutti, e invece premiano il cliente e umiliano il cittadino.
L’occupazione del potere: “Questa poltrona me la sono conquistata e non la lascio più; potranno spostarla altrove, forse, nel corridoio di un altro ministero, forse al piano nobile di un qualche ente parastatale, certo è che io non la lascio”. Come fanno? Alcuni indossano pesanti mutande in acciaio magnetizzato, esattamente com’è magnetizzata la piastra fissata alla poltrona, sotto il cuscino. Altri fanno ricorso, “semplicemente”, all’Attak. E il cimitero degli elefanti continua a crescere..
I Cincinnati – quelli che, una volta esaurito il compito che era stato loro chiesto di assolvere, tornano a fare quello che facevano prima – sono frequenti come le mosche bianche. Di grossi ne conosciamo uno, Piero Badaloni, giornalista che per qualche tempo è stato il “re del Lazio” e poi è tornato a fare il giornalista. Di medi conosco Paolo Raffaelli, ex sindaco di Terni, anche lui tornato a fare il giornalista. Di piccoli, Orfeo Goracci, che, buttato giù da palazzo pretorio da un killeraggio che si rivela sempre più fatto con gli schioppetti di sambuca, è tornato a fare il maestro elementare.
Il clientelismo. Ancora Berlinguer: “Un credito bancario viene concesso se procura vantaggi, un appalto aggiudicato, una cattedra assegnata, un’attrezzatura di laboratorio finanziata solo se si fa atto di fedeltà. Bacio la mano. Servo suo”. Senza raccomandazioni non si ottiene mai niente.
Cosa posiamo fare, noi cattolici, per combattere questo doppio cancro della nostra società?
Ricordarci innanzitutto che la Gaudium et spes, riconciliando la Chiesa con il mondo, ci ha anche impegnato a sentire come nostri i problemi del mondo. E su questa base…
Abat-jour – L’occupazione e lo scambio
AUTORE:
Angelo M. Fanucci