Siamo al terzo anniversario del terremoto. Il 26 settembre 1997 due fortissime scosse distrussero molte case di un vasto territorio dell’Umbria. Ma per più di sei mesi continue scosse torturano la popolazione umbra. La ricostruzione compie quindi tre anni. L’ennesimo compleanno fa registrare note positive per le lesioni più lievi ma ancora c’è molto da fare sul fronte della ricostruzione pesante. Sulla base dell’ordinanza 61 – i seguenti dati forniti dalla Regione sono aggiornati al 18 settembre – su 4.408 interventi, ne sono stati avviati 4.334 di cui 2.495 già conclusi.La parte meno impegnativa della ricostruzione ha fatto in pratica il suo corso. Ma diversi sono gli esiti della legge 30 che regola la ricostruzione per le case più seriamente danneggiate. Per opere fuori dai piani integrati di recupero, le statistiche evidenziano che su 2.790 edifici da ristrutturare, più della metà dei lavori, 1.576, sono iniziati ma solo 38 conclusi. Poco consolante il fatto che per i Pir (Piani integrati di recupero) – in cui si prevede la realizzazione di consorzi tra diversi privati, procedura di per sé complessa – gli interventi da portare a termine sono 687 ma appena 95 hanno preso il via e solo 1 è stato portato a termine (a Valtopina ma un altro, ad Assisi, è pressoché terminato). Insomma il problema della ricostruzione rimane sempre quello: la difficoltà di avviare i lavori da parte dei privati, anche se hanno ottenuto i finanziamenti. In qualche caso sono i cittadini stessi che prendono tempo, magari perché proprietari di un’altra abitazione. Ma per lo più dipende dalla concentrazione degli incarichi per la progettazione da parte dei professionisti. E’ un tema, non certo nuovo, ma ancora irrisolto. A questo proposito Luciano Tortoioli, direttore regionale per le politiche territoriali ambiente e infrastrutture, conferma l’esistenza del ‘problema di avvio dei lavori da parte dei privati che una volta ottenuta la concessione contributiva da parte del Comune devono individuare le imprese e eseguire le opere: è un fenomeno che ha assunto dimensioni rilevanti nel Comune di Nocera Umbra, è però abbastanza diffuso anche se sta lentamente regredendo’. Il 30 ottobre è il termine fissato dalla Regione per completare i progetti, nella loro redazione definitiva. Poi i Comuni dovranno provvedere ‘a sostituirsi a quei soggetti che sono inattivi, inerti, inadempienti – afferma Tortoioli – il problema è ancora concentrato sui professionisti. L’impedimento all’avvio dei lavori deriva soprattutto dal fatto che ci sono ancora progetti che non sono stati completati’. I Comuni potranno sostituire il privato che non si è attivato oppure anche il progettista. ‘Se non è stato predisposto il progetto – osserva Tortoioli – occorrerà sostituire il progettista in modo tale che qualcuno, avendo magari meno incarichi rispetto ad altri, possa in tempi brevissimi redigere il progetto’. E Nocera Umbra, da sempre centro indicato come punto dolente della ricostruzione, anche per la complessità dei progetti di recupero del centro storico? Secondo il dirigente regionale ‘Nocera è un punto delicato, difficile per il gran numero degli interventi che dovranno essere fatti. La Regione ha fatto tutto quello che era possibile, ha dato i supporti, ha istituito una commissione tecnica specifica che ha elaborato criteri per la progettazione degli interventi, rispettosi del tema ambientale e della specificità architettonica del luogo: questo lavoro è a supporto dei progettisti che però avrebbero dovuto consegnare i progetti entro il 15 settembre. Mi sembra che questo non sia stato ancora fatto e speriamo che nel mese prossimo questo possa avvenire’. I dati di Nocera Umbra sui programmi integrati di recupero evidenziano una situazione sconfortante. Su 144 progetti presentati, ha preso il via un solo cantiere. E’ decisamente poco dopo tre anni dal terremoto.
A tre anni dal terremoto Pir in alto mare.Tortoioli: problema di progettisti
26 settembre: una 'celebrazione' che guarda alla ricostruzione
AUTORE:
Romano Carloni