La storia della parrocchia di Sant’Antonio di Padova a Terni è da sempre legata a quella dei Francescani, ai quali fu affidata dal vescovo Boccoleri fin dalla sua istituzione nel 1924. La grande chiesa cittadina, costruita nel 1935 nella zona tra la stazione e l’acciaieria, è stata definita la parrocchia “operaia” proprio per la presenza nel suo territorio di lavoratori della fabbrica ternana e, al contempo, aperta all’accoglienza e alla carità seguendo lo spirito della comunità francescana minore impegnata concretamente sul piano pastorale, sociale e spirituale. Una chiesa moderna che, in occasione della festa di sant’Antonio di Padova, è stata elevata a santuario. Nell’altare laterale sinistro, speculare a quello di sant’Antonio, sono state deposte le reliquie dei cinque Protomartiri francescani originari della valle ternana, quelli che san Francesco dopo il loro martirio in Marocco definì “i veri frati minori”. L’altare è stato ornato con un grande dipinto dell’artista Piero Casentini che raffigura i cinque frati martiri; su un basamento di marmo è stata deposta l’urna contenente le reliquie. La diocesi rende così omaggio a questi santi, riscoprendo la loro esperienza umana in un progetto di valorizzazione delle proprie radici francescane e di un importante capitolo della storia cristiana, che ricorda quei santi chiamati a vivere pienamente tra i più poveri, in dialogo con gli altri e nella totale dedizione al Signore. “Oggi questi santi martiri tornano in mezzo a noi – ha detto il Vescovo nel corso della celebrazione -. Imitiamo il loro amore, imitiamo la loro passione per il Vangelo, imitiamo la loro radicalità nel donare la propria vita agli altri. La loro testimonianza è un tesoro per noi. L’altare dei santi Protomartiri diviene una memoria importante. È un altare che abbiamo voluto arricchire anche con un nuovo dipinto perché richiami la nostra attenzione, e soprattutto perché ci sostenga nella nostra vita cristiana”. Il martirio dei frati Berardo da Calvi, Pietro da San Gemini, Ottone da Stroncone, Accursio e Adiuto da Narni è una pagina poco conosciuta del francescanesimo ma di grande testimonianza evangelica proprio perché – ha ricordato ancora il Vescovo – “ci esortano, con il loro esempio, a camminare per la via dell’amore, a percorrerla fino in fondo. È una via che permette di abbracciare tutti. Noi che tante volte ci evitiamo gli uni gli altri, noi che così facilmente cadiamo nell’inimicizia anche con quelli che ci sono vicini, oggi veniamo come scandalizzati dall’amore senza confini di questi cinque fratelli nati in questa nostra terra. Essi avevano seguito il loro padre Francesco il quale, sull’esempio di Cristo, non aveva nemici e tutti considerava amici”.
A Terni un nuovo santuario
La chiesa di Sant’Antonio da Padova e le reliquie francescane
AUTORE:
Elisabetta Lomoro