A Spoleto si è scelta l’accoglienza diffusa per il Cas e il Sai

Creare un ponte tra persone che provengono da un altro paese e percorrerlo con rispetto e tanta curiosità.
È questo che continua ad esprimere il “Progetto Voci dal mondo” nel suo lungo viaggio tra diversi continenti e città, racconta le migrazioni e le comunità di stranieri presenti in Umbria, attraverso la condivisione di storie e di esperienze.

Il terzo appuntamento del 27 settembre si è svolto a Spoleto ed ha avuto tra gli ospiti l’assessore comunale al Benessere ed innovazione sociale Luigina Renzi, del Comune di Spoleto.

Durante l’incontro ha spiegato cosa avviene in ambito sociale e migratorio sul territorio spoletino dove esistono il Cas e il Sai, due sistemi di accoglienza dei migranti. Il Centro di accoglienza straordinaria (Cas), di prima accoglienza,è  gestito da Arci-Solidarietà di Perugia su incarico della Prefettura, e l’altro è il Sistema di accoglienza e immigrazione (Sai), di seconda accoglienza, è in capo al comune di Spoleto.

Attualmente il Comune ha circa 50 beneficiari nel primo sistema e circa 60 nel secondo. Hanno una accoglienza dignitosa in appartamenti forniti di tutte le necessità sia per la prima che per la seconda assistenza tuttavia, ha spiegato l’assessore, il Cas fornisce vitto e alloggio ma le condizioni e i servizi variano notevolmente da un centro all’altro.

L’accoglienza a Spoleto “è capillare e ciò rappresenta una forza del sistema – ha affermato l’assessore – non portandolo alla saturazione”. Il Sai offre, infatti, “soluzioni abitative decentralizzate per piccoli gruppi di ospiti, con l’obiettivo di promuovere l’integrazione sociale e lavorativa. I migranti in questo sistema ricevono anche assistenza legale, sanitaria, psicologica e opportunità di formazione e lavoro”.

L’unica problematica che si riscontra, ha aggiunto Renzi, “è che nei Cas la burocrazia ha procedure molto lunghe per ottenere il permesso di soggiorno o il riconoscimento della protezione internazionale. Questa situazione fa sì che queste persone rimangano a lungo in un limbo di incertezza, con ritardi nelle attivazioni delle coperture mediche, dei corsi di italiano, nell’inserimento lavorativo che spesso è impossibile con le limitazioni imposte dall’attuale legge.
Il Comune di Spoleto è intervenuto cercando di colmare queste lacune, raccordandosi con le istituzioni (Asl, Polizia locale, Caritas, Arci) per dare massima accoglienza e celerità nella risposta individualizzata ai bisogni delle persone”.

All’incontro di Spoleto era presente anche Alessandro Broccatelli del Cidis Impresa Sociale E.T.S., associazione che promuove la cultura dell’accoglienza per costruire integrazione e coesione sociale.
Alessandro si occupa dello sportello interculturale del Comune di Spoleto, che accoglie e aiuta gli emigrati non solo nei loro bisogni esistenziali, ma anche sociali e d’integrazione.
I valori centrali del Cidis – spiega – sono la centralità dell’individuo con le sue interazioni e la diversità culturale come fulcro di trasformazione e cambiamento nella ricerca della ricchezza delle relazioni tra culture. Lo sportello collabora con il Comune anche in diversi progetti e hanno creato una rete organizzativa di sostegno e lavoro.

Emanuela Marotta

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