A Spello, dove Carlo Carretto ha vissuto i suoi ultimi anni di vita e dove giace il suo corpo nel giardino dell’eremo di San Girolamo, si sono ritrovati i gruppi del Meic e dell’Azione cattolica di Perugia e Foligno, domenica 20 maggio scorso. L’iniziativa è sorta nell’ambito del programma del Meic perugino che prevede una ricerca sui “testimoni” della fede nel nostro tempo (il precedente personaggio illustrato in un recente incontro è stato il giudice “ragazzino” ucciso dalla mafia Livatino) ed ha “incrociato” una analoga iniziativa del gruppo di Foligno. Per illustrare la figura di Carretto si è preferito ritrovarsi nei luoghi che ancora parlano di lui e con le persone che lo hanno conosciuto e lo ricordano. Così il convegno si è tenuto nella Sala dell’Editto del comune di Spello, accolti dal sindaco Sandro Vitali il quale ha ricordato come Carlo Carretto, abbia dato molto a Spello e abbia lasciato una ricchezza spirituale e morale “da tramandare ai giovani”.
Di Carretto ha tracciato un ritratto, ricordando i momenti più importanti della vita, lo storico Paolo Trionfini, vicepresidente nazionale dell’Azione cattolica per il settore Adulti, che ha dedicato a fratel Carlo una biografia edita dalla editrice Ave con il titolo Carlo Carretto. Il cammino di un “Innamorato di Dio”. Un bel libro che riporta anche foto e testi inediti di fratel Carlo. Trionfini ha ricordato gli anni della formazione, della fede respirata in famiglia, gli anni dell’incontro e dell’impegno di Carretto in Azione Cattolica fino ad essere chiamato a responsabilità nazionali. E poi i contrasti con il fascismo e nel dopoguerra l’impegno per ricostruire l’Italia finché sceglie di seguire la vita dei Piccoli fratelli di Charles de Foucauld, dalla partenza per il deserto del Sahara nel 1954 fino alla scelta di aprire nel 1966 una fraternità dei Piccoli fratelli del Vangelo all’Eremo di San Girolamo a Spello, dove morirà il 4 ottobre 1988.
Una vita piena e vissuta con un grande amore per il Cristo e per la Chiesa. Lo ha ben ricordato chi lo ha conosciuto: Leonello Radi, amico dell’Azione cattolica che lo aiutò a realizzare il sogno dell’Eremo di Spello; fratel Piero Saffirio della comunità Jesus Caritas di Foligno, uno dei primi compagni di Carretto a Spello, il quale ha portato anche il saluto del vescovo di Foligno, mons. Gualtiero Sigismondi, impossibilitato a partecipare in quanto impegnato nella Visita pastorale; Fausto Santeusanio, che si trovò come medico a curarlo negli ultimi tempi di vita ricevendo amicizia e confidenze e con queste una lettera inedita (il testo lo pubblichiamo qui sotto) che ha letto al numeroso publico presente. Nella lettera a Giovanni Paolo II Carretto esprime la sua adesione ad un concetto di Chiesa povera aperta ai poveri, fino al punto di spogliare i propri altari. Questa prospettiva di una comunità cristiana rinnovata nel segno della povertà evangelica e dell’amore ai poveri sta all’origine della vocazione di fratel Carlo che lo ha portato a scegliere il deserto e la comunità dei piccoli fratelli di Charles di Foucault. Una povertà radicale che, ha raccontato Radi, Carretto visse anche all’Eremo di Spello. Il pomeriggio si è concluso con una momento di preghiera guidato da fr. Piero presso la tomba di fratel Carlo e con una cena fraterna nella Casa San Girolamo che attualmente è sede di un centro di spiritualità e di studio gestito dall’azione cattolica nazionale. “È stata una giornata spiritualmente ricca, lo hanno detto in molti, anche tra chi non conosceva nè aveva mai letto Carlo Carretto” hanno detto i due presidenti del Meic di perugia e Foligno, Maria Rita Valli e Bernard Fioretti, osservando che “attorno alla figura di fratel Carlo, che parla ancora e suggerisce percorsi di testimonianza cristiana valida anche ai giorni nostri, si è creato un clima di gioia e di comunione ecclesiale”. È stato presente anche Carlo Cirotto, presidente nazionale del Meic giunto direttamente da Roma dove si era appena concluso il convegno nazionale con l’udienza di Benedetto XVI.