Sono passati sei mesi da quel 24 agosto quando la terra ha tremato nel centro Italia, mettendo in ginocchio Umbria, Marche e Lazio. In queste due ultime Regioni si è pianto per molte vittime. Nella zona della Valnerina il centro più colpito fu San Pellegrino di Norcia. Il 26 ottobre, poi, altre due forti scosse e il 30 la botta fatale per Norcia e il territorio circostante. E la terra ancora è agitata. Nuove faglie sprigionano energia tra Spoleto, la Valnerina, le Marche e il Lazio. Si deve convivere con il terremoto, che crea ansia e incertezza.
Dopo 180 giorni diverse cose comunque sono state fatte: messe in sicurezza case, chiese, edifici pubblici e opere d’arte; le campanelle delle scuole a tempo di record hanno nuovamente suonato in container polifunzionali; riaperte alcune zone del centro storico di Norcia; arrivati i moduli abitativi in varie parti; a San Pellegrino consegnate le prime 18 casette di legno; molti tunnel agricoli sistemati per gli allevatori; al di sopra di ogni aspettativa la solidarietà giunta da ogni parte d’Italia, d’Europa e del mondo. Certo, c’è ancora molto da fare e tutti ne sono consapevoli. La sinergia creata a livello istituzionale faciliterà la rinascita di Norcia e delle valli limitrofe.
In tutto questo “gioca” un ruolo di primo piano san Benedetto, il grande “costruttore” della civiltà europea fondata sui valori cristiani. Le abbazie benedettine hanno promosso studi, industrie e arti, intorno a esse sono sorti città e villaggi, collocandosi al centro della vita non soltanto religiosa, ma anche culturale, sociale e politica dell’Europa. La ricostruzione morale delle persone e materiale di case e chiese della Valnerina non può prescindere dal messaggio e dai valori che il grande patriarca dei monaci d’Occidente ha lasciato in eredità. Per sottolinearlo, quest’anno la Fiaccola benedettina “Pro Pace et Europa Una” verrà accesa a Norcia sulle macerie della basilica di San Benedetto.
La cerimonia è prevista per sabato 25 febbraio alle 16, a sei mesi esatti dalla prima forte scossa di terremoto. Saranno presenti, oltre naturalmente ai fedeli, l’arcivescovo Renato Boccardo, i monaci di Montecassino, Subiaco e Norcia, i Sindaci delle tre comunità e altre autorità.
La Fiaccola è stata benedetta da Papa Francesco durante l’udienza generale del 22 febbraio scorso. Il 4 marzo sarà a Subiaco, nel Sacro Speco, dove Benedetto ha vissuto per tre anni in completa solitudine, meditando la sua Regola. Poi sarà accolta a Bruxelles, in Belgio, capitale amministrativa dell’Europa unita, dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Il viaggio della fiaccola nel cuore dell’Europa assume quest’anno due significati importanti: celebrare i 60 anni del Trattato di Roma e portare l’attenzione delle istituzioni europee sugli accadimenti di Norcia e del centro Italia, con la necessità di un’attenzione internazionale ampia e convinta sul tema.
La fiaccola farà poi ritorno in Italia, e il 19 marzo sarà a Montecassino, dove Benedetto è sepolto. Il 20 e 21 le celebrazioni si terranno in contemporanea nelle tre città benedettine. Infine il 25 marzo è previsto a Norcia, all’interno delle celebrazioni benedettine, il rinnovo del Trattato di Roma, al cospetto delle autorità di tutta Europa.
Tutta la solidarietà che si è riversata dalle Chiese su Norcia
La solidarietà alle popolazioni ferite dal terremoto che passa attraverso la Chiesa, in modo particolare la Caritas, è davvero tanta. Qualche giorno fa è giunto un messaggio dal vice presidente della Caritas Grecia: ad Atene è stata effettuata una raccolta di fondi, un gesto molto significativo vista la perdurante crisi economica di quel Paese. La somma raccolta è di 3.000 euro. Tanta solidarietà è giunta anche dalla Val di Susa, Chiesa di origine dell’arcivescovo Renato Boccardo.
Dall’11 al 14 febbraio una delegazione di Ancarano di Norcia, accompagnata dall’Arcivescovo e dal parroco dell’abbazia di Sant’Eutizio in Preci don Luciano Avenati, è stata a Sant’Ambrogio di Torino (paese natale di mons. Boccardo) per suggellare un gemellaggio tra le due comunità. Lo scorso 22 gennaio, per la festa di sant’Antonio abate, alcuni rappresentati del paese piemontese erano stati accolti ad Ancarano.
Domenica 12 febbraio nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio di Torino c’è stata una solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Susa Alfonso Badini Confalonieri e concelebrata da mons. Boccardo, da don Luciano Avenati e dal parroco locale don Romeo Zuppa.
Nella Val di Susa, per ora, sono stati raccolti 137.680 euro così ripartiti: 50.000 provengono direttamente dalla diocesi, 76.680 da una raccolta promossa dal settimanale diocesano La Valsusa (raccolta che prosegue), 5.500 dalla Coldiretti di Druento, 5.500 dai produttori di latte.
Come saranno utilizzati i fondi
L’Arcivescovo ha illustrato ai presenti come saranno utilizzati i soldi: “Le due somme maggiori (50.000 più, ad oggi, 76.680) intendo destinarle all’associazione ‘Tutti i colori del mondo’ di Norcia. Alcuni anni fa la diocesi – ha spiegato – ha affidato un edificio di sua proprietà [adiacente la chiesa di Sant’Agostino, ndr] a genitori che desideravano assicurare un luogo di vita adatto ai loro figli con disabilità fisica o mentale. Vi avevano realizzato un centro diurno, in attesa di allestire anche qualche camera per una accoglienza più stabile. Ora tutto l’immobile è inagibile ed occorre provvedere a ingenti lavori di messa in sicurezza, che si aggirano intorno ai 400.000 euro”. Il restante, ossia 11.000 euro, verrà devoluto a due famiglie di agricoltoriallevatori della Valle Campiana e di Norcia in difficoltà.
Riunione a Spoleto
Da segnalare infine che venerdì 3 marzo a Spoleto, nel palazzo vescovile, si terrà una riunione tra i Vescovi delle diocesi terremotate del centro Italia, il commissario straordinario del Governo alla ricostruzione Vasco Errani, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, il segretario generale del ministero della Cultura Antonia Pasqua Recchia. Scopo dell’incontro è fare il punto della situazione sulla ricostruzione delle chiese e sul recupero dei beni culturali.