Domenica 4 maggio, nella chiesa monumentale di San Domenico si celebrerà la festa della beata Margherita, il cui corpo incorrotto si conserva sotto l’altare maggiore della chiesa, venerato da tanta gente e da gruppi di pellegrini che arrivano anche dalla lontana America. Padre Alberto Vigano, domenicano, guiderà il triduo di preparazione. Questo il programma della festa: Sabato 3 maggio da San Domenico l’emittente Radio Maria trasmetterà il rosario e la messa dalle ore 16. Domenica 4 maggio ore 8.30, messa del mattino. Ore 11, messa di Prima comunione. Ore 15.30, messa con i malati: rinnovamento dell’adesione di tutti soci del Cvs, ore 18.30 messa. Notizie sulla Beata MargheritaMargherita nacque nell’anno 1287 nel castello della Metola, in comune di Mercatello, provincia di Pesaro. La nascita della bambina provocò una profonda delusione nell’animo dei genitori, che attendevano con ansia un erede nel loro piccolo feudo. Invece era venuta alla luce una creatura cieca e deforme. Chiusi nel loro dramma fecero battezzare la figlia col nome di Margherita e la tennero nascosta alla gente, affidandola poi al cappellano del castello perchè provvedesse a darle un’educazione. Per tutti gli altri non doveva esistere. Margherita si rivelò ben presto intelligente, vivace e bisognosa di affetto. Quando arrivò alla Metola la notizia che a Città di Castello il beato Giacomo, religioso francescano, morto nel 1294, operava miracoli, i genitori condussero la figlia in quella città; ma non avendo ricevuto il miracolo, l’abbandonarono e tornarono al loro castello. Quale fu il dramma della fanciulla? Chi incontrò? E’ certo che tra le persone che si occuparono di lei, ci fu una coppia di sposi, Venturino e donna Grigia, che le fecero da genitori. Ebbe modo di avvicinare la Comunità dei padri Domenicani e ricevere la loro assistenza spirituale come Terziaria. Potè in tal modo vivere il suo programa di preghiere, penitenza e carità non solo verso quelli che venivano a cercarla, ma anche verso tanti che Margherita andava a cercare, poveri, malati carcerati, nemici da rimettere in pace. Morì a 33 anni, il 13 aprile 1320, considerata come santa dal popolo, che la volle sepolta nella chiesa dei Domenicani. La Chiesa la proclamò Beata nell’anno 1609 e ne approvò il culto nella diocesi di Città di Castello, Sant’Angelo in Vado-Mercatello e Urbania e per l’ordine dei Domenicani. Nelle diocesi di Urbania e Città di Castello è stata riconosciuta come “Protrettrice degli emarginati”. E’ stata avviata la Causa di canonizzazione presso la congregazione competente.