Intendo presentare una sorta di recensione del libro del card. Walter Kasper, Misericordia, Queriniana 2013. La pubblicità fattane da Papa Francesco appena eletto (“Mi ha fatto tanto bene, quel libro”) non è immotivata. Il sottotitolo chiarisce la tesi di questo teologo apprezzato da tutti: Concetto fondamentale del Vangelo, chiave della vita cristiana. Anche Papa Benedetto aveva affermato che la misericordia è “il nucleo centrale del messaggio evangelico, il nome stesso di Dio”. Si chiede Kasper: se la misericordia è il messaggio centrale della rivelazione biblica perché nei manuali di teologia, anche recenti, non trova spazio, anzi è assente? Questo è “deludente, catastrofico e impone di ripensare tutta la dottrina sulle proprietà di Dio”, alla luce di questo tema così essenziale e così “imperdonabilmente trascurato” (pp. 20-22). Anche perché la misericordia è estremamente richiesta dalla situazione socio-culturale, bisognosa come non mai di fiducia e di speranza. Va superato l’equivoco di una misericordia intesa in modo sentimentale o riduttiva della giustizia. La Bibbia ci parla di un Dio che rivela un cuore di Padre e viscere di misericordia. Un Dio apatico e lontano non spiega né la creazione né la redenzione. Gesù ci rivela una sorprendente compassione (splanchnìzomai in greco) per i malati e i peccatori: per loro, e non per i sani e quelli che si ritengono giusti, è venuto come medico e “bel” pastore. Un Dio lontano, pensato con categorie astratte, di tipo intellettuale, non risponde né al modo con cui Gesù ci presenta il Padre (Abbà), né alle domande più profonde dell’uomo. “Pastoralmente ciò fu una catastrofe. Un Dio così astrattamente pensato appare infatti alla maggior parte degli uomini come un Dio molto lontano” (p. 24).
È prevalsa nella teologia l’idea di un Dio giusto secondo il modello della giustizia distributiva – e anche punitiva e vendicativa – mentre “la giustizia di Dio è la sua misericordia, e la sua misericordia è la sua giustizia” (p. 122). In Dio la misericordia è la pienezza della giustizia perché Dio è Amore, fino a “farsi peccato” per noi (2Cor 5,21). Finora non si è formulata una teologia che ponga al centro il Dio misericordioso. La nuova evangelizzazione deve trovare qui il suo punto più consistente. Le proprietà di Dio secondo i santi – Teresa di Lisieux, Faustina Kowalska, Madre Speranza – mettono al centro l’Amore Misericordioso. Del resto “Dio è amore” e la santità consiste nel diventare misericordiosi (cf Lc 6,36), mettendo in atto il comandamento dell’amore, il testamento di Gesù che tutto riassume. I Santi sono tutti testimoni della carità. Dio vuole in Cristo la salvezza di tutti. La conversione evangelica a cui ci chiama la misericordia consiste nel diventare noi stessi misericordiosi, abbandonando il nostro egoismo, ossia la durezza di cuore tipica di chi si crede giusto e giudica gli altri. Per chiarire, Kasper porta esempi di pseudo-misericordia: lasciar correre il male, difendere il carnefice e non la vittima, favorire l’aborto e l’eutanasia, nascondere la verità… La Chiesa è chiamata a usare “il metro della misericordia, a essere sacramento della misericordia, come lo è stato Gesù”. La riceve, la professa, la testimonia. “Senza misericordia non c’è la Chiesa di Cristo”. Tutti i sacramenti, specialmente la riconciliazione, sono sacramenti della misericordia. La pastorale e la prassi della Chiesa devono prendersi cura di tutti gli uomini peccatori con misericordia, senza mai giustificare il peccato. Maria è il tipo della Chiesa e della misericordia. È la Madre della misericordia. Lei volge gli occhi misericordiosi sui suoi figli, accogliendoci sotto il suo manto materno. “La misericordia – come canta Maria nel Magnificat – è il riflesso della gloria di Dio in questo mondo e il compendio del messaggio di Gesù Cristo” (p. 320).