Anche quest’anno la Palombella è andata a segno, felice o no dentro il suo tubo di plastica. Su un mare di gente che al tocco preciso, la domenica della Pentecoste, ha riempito letteralmente la piazza, davanti alla facciata del Duomo, fedele ad un appuntamento al quale non sembra voglia rinunciare, per nulla scoraggiata dalle minacce e dagli insulti che son volati per aria in seguito al solito caparbio ostruzionismo di un esiguo drappello di esagitati animalisti, che questa volta ci son sembrati, in verità, ancora di numero inferiore della passata edizione, anche se più inferociti del solito per la gazzarra sollevata e la provocatoria dissacrante sfacciata spavalderia ostentata fino alla nausea. Barbarie per barbarie, crediamo che non ci debbano essere dubbi circa chi l’abbia dimostrata di più. Il nostro popolo è ancora troppo buono e paziente. Non vogliamo a questo punto rincarare la dose della polemica accesasi, però questi signori che invitati non sono, meriterebbero di essere giustamente messi alla porta, perché…? Perché disturbatori di una tradizione che dura da secoli, nella quale una città, di cui nessuno osa contestare il ricco patrimonio di civiltà e di onore, identifica i propri ideali religiosi e anche di esaltazione civile, se non sono assolutamente pochi quelli che, del tutto scevri di pregiudizi o capricci di parte, non dubitano a considerare serenamente l’incruenta celebrazione e a condividerne l’alto valore spirituale. E’ su di questo speciale carattere, nessuno ce lo toglie dalla mente, nonostante le proteste e magari gli appelli alle autorità superiori della Chiesa, che si avventano e si scaricano gli strali più velenosi, anche se meno dichiarati, di questo anticlericalismo lacero e becero, che, in nome dell’animalità, sarebbe capace di dettar legge a Dio stesso e a mettere a ferro e a fuoco l’umanità intera. Riservandosi, poi in privato, ad usarne, degli animali, come vogliono, a seconda degli… appetiti. Questi signori non vanno solamente accompagnati e scortati e magari protetti, perché siano liberi di protestare e immuni da eventuali violenze fisiche, con quell’attenzione che ogni legge democratica intende offrire, purché non si disturbi e ci si comporti civilmente; qualora però intendessero creare la gazzarra che hanno sollevato domenica 10 giugno, più fragorosa e molesta degli spari e dei mortaretti, siamo costretti, anche a nome della colomba che ne rimane offesa, ad invocare il rispetto del dovere che ogni cittadino ha nei confronti del pubblico, in qualsiasi dimostrazione ufficialmente autorizzata ed, in ciò, non esitiamo a chiedere alle Forze dell’ordine di far rispettare il dovuto ordine, secondo le regole e l’usanze del luogo o della comunità, con il mettere alla porta quei “signori” che si comportano male.
A proposito della Palombella
Esagitati animalisti
AUTORE:
civis