Per risanare il deficit italiano con la cosiddetta manovra bis, i lavori sono ancora in corso (misure e nuove imposte tra annunci ed emendamenti appaiono e scompaino) ma intanto il Comune di Perugia ha una certezza: nelle sue casse arriveranno dallo Stato 9 milioni di euro in meno ogni anno per tre anni. Fanno 27 milioni. “Sarà un autunno molto difficile” ha detto il sindaco Wladimiro Boccali illustrando nei giorni scorsi alla stampa un programma di massima della sua Giunta che prevede una rimodulazione di entrate ed uscite. Con una impostazione precisa: tradurre una “manovra nata iniqua” a livello nazionale in “provvedimenti di equità sul tessuto locale”. Perché – ha detto il Sindaco – “chi più ha più deve pagare, sia di tasse che di tariffe”. Per ora – ha sottolineato Boccali, che è anche presidente dell’Anci Umbria (l’associazione dei Comuni) – non sono ancora stati fissati interventi precisi, ma a palazzo dei Priori si sta già lavorando in particolare attorno a due progetti: l’aumento dell’addizionale Irpef e l’introduzione di una tassa di soggiorno per i turisti come a Roma, Firenze e Venezia. Dopo la “scellerata abolizione dell’Ici, vitale per le casse dei Comuni” – ha spiegato il Sindaco – diventa necessario cercare altre fonti d’entrata e l’aumento dell’addizionale Irpef è una di queste. La soglia di esenzione però a Perugia resta tra le più alte d’Italia, tanto che sono 20 mila i soggetti che ne beneficiano. Persone e famiglie povere da salvaguardare per quella esigenza di “equità fiscale” sottolineata dal Sindaco. Nella speranza che ci siano controlli veri e che non sia un premio per i soliti “furbetti” già abbondantemente premiati dal sistema fiscale italiano, che incassa più del 90 per cento di Irpef dalle buste paga di lavoratori dipendenti e pensionati. Questo annuncio dell’aumento dell’addizionale Irpef è stato sostanzialmente accolto con rassegnazione dai perugini, già preparati alla batosta. È stata invece la tassa di soggiorno a provocare vivaci polemiche. Boccali, senza dare cifre, ha detto che si pensa ad un contributo più alto per clienti di strutture di lusso, in modo da non scoraggiare il turismo delle famiglie. Il settore turistico a Perugia nella prima metà di quest’anno è apparso in salute. Da gennaio a giugno gli arrivi sono cresciuti dell’8,78 per cento rispetto allo stesso periodo del 2010, con un boom di stranieri (+19,79%). Anche le presenze totali sono aumentate del 3,19%. Merito anche – secondo Boccali – delle tante iniziative culturali del capoluogo, che adesso con Assisi si è candidata a Capitale europea della cultura. Immediata la reazione degli operatori turistici e delle loro associazioni. “Netta contrarietà ad un provvedimento sostanzialmente pericoloso” è stata espressa dal presidente regionale di Assoturismo Confesercenti Sergio Viterbi. Ancora più drastico Giorgio Mencaroni, presidente Federalberghi dell’Umbria, che ha minacciato lo stato di agitazione delle imprese ricettive. “È insensato – ha detto – paragonare l’attrattività delle città umbre, anche di Perugia, con poli turistici come Roma, Firenze o Venezia. Le nostre città, se decidessero l’applicazione di questo balzello, risulteranno realisticamente assai meno competitive. Prima di imporre qualunque nuova tassa – secondo Mencaroni – occorre intervenire per razionalizzare i costi nelle pubbliche amministrazioni, sia a livello centrale che periferico”.Il Comune di Perugia – secondo le cifre fornite dal sindaco – sta però già facendo tutto il possibile in questa direzione. Enzo FerriniBoccali: non c’è più nulla da tagliareTagli alla spesa nel bilancio comunale? Per il sindaco Boccali “non ci sono, in sostanza, più margini di tagli e di recupero significativi” e quindi non resta che cercare nuove entrate “se non si vogliono penalizzare i servizi indispensabili assicurati dagli enti locali”. Dal 2004 al 2011, assicura Boccali, la spesa complessiva è scesa da 48 milioni a meno di 44 milioni e dal 31 dicembre 2008 ad oggi i dipendenti sono passati da 1.347 a 1.293. Nello stesso periodo sono diminuite anche le poltrone dei dirigenti: da 43 a 36, con un risparmio di 400 mila euro l’anno.Male supremoL’evasione fiscale, sia a livello comunale che nazionale, per il Sindaco di Perugia “resta la madre di tutte le iniquità” ma l’intenzione espressa dal Governo di coinvolgere i Comuni nella individuazione di chi non paga le tasse “è la solita aria fritta”. Un provvedimento inapplicabile, poiché sindaci e Comuni non hanno professionalità e strumenti necessari. L’Amministrazione comunale di Perugia ha comunque deciso di aderire al progetto Git (Gestione intersettoriale del territorio) che dovrebbe coinvolgere tutti i Comuni umbri per intensificare la lotta all’evasione e l’elusione fiscale.