Da qualche giorno è scomparsa dalle edicole La Voce nuova di Perugia. I nostri lettori ricorderanno certamente che all’apparire di questa testata giornalistica abbiamo scritto le nostre critiche e lamentele, perché era stata scelta per questo giornale la testataLa Voce con l’aggiunta ‘nuova’ e ‘di Perugia’ che però non favoriva la distinzione dal nostro settimanale, che si stampa a Perugia, e poteva sembrare che fosse scomparso e ne fosse sorto un altro nuovo. Dopo una protesta scritta e verbale comunicata al sig. Antonio Donati in un incontro personale, abbiamo fatto un primo reclamo presso il Tribunale di Perugia, dal quale abbiamo ricevuto una risposta per noi non soddisfacente; quindi un secondo reclamo presso il Tribunale di Firenze, contro la società cooperativa Coopres di Rovigo che figura come editore. Ora il giornale che aveva preso con qualche modifica il nostro nome, uscito nelle edicole per la prima volta il 15 aprile 2007, è scomparso e, si dice, per sempre. L’uomo della strada si domanda il senso di questa operazione editoriale, e che fine faranno i giornalisti che erano stati chiamati a collaborare. Ce lo chiediamo anche noi. Sappiamo che anche l’editore di cui stiamo parlando ha goduto dei contributi statali previsti dalla legge sull’editoria grazie alla quale nell’anno 2006 ha ricevuto quasi 2 milioni di euro. Le cifre sono pubblicate nello ‘Speciale Contributi per l’editoria’ on line sul sito della Presidenza del Consiglio. Tutto a rigore di legge. Noi non siamo contro questa legge di cui pure, in misura molto modesta usufruiamo, ma riteniamo che sia da applicare con i criteri della fondatezza dei progetti, nella prospettiva dell’assicurazione di un futuro almeno per i giornalisti che ci lavorano e che si trovano da un giorno all’altro disoccupati. A noi interessa, comunque, in questo momento, informare i lettori che la questione è chiusa e, senza ombra di rivincita, ci sembra giusto comunicare la nostra soddisfazione per una chiarificazione avvenuta. Non c’era infatti giorno che non ricevessimo una telefonata o posta o una chiamata in causa per l’equivoco che si era innescato. La Voce nuova di Perugia infatti era spesso e volentieri citata semplicemente come La Voce ed era inevitabile per molti equivocare. I più anziani tra i lettori forse ricorderanno che un fatto simile avvenne con La Voce fondata da Montanelli. Anche in quel caso facemmo ricorso al tribunale, e anche in quel caso la pubblicazione cessò nel 1995 dopo poco più di un anno.