È un pellegrinaggio in piena regola, nonostante i danni dell’alluvione del 19 giugno scorso. Questa settimana a Lourdes c’erano 700 umbri accompagnati dall’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve mons. Gualtiero Bassetti e da 17 sacerdoti. Una quarantina i giovani che hanno accolto la proposta fatta dalla Pastorale giovanile diocesana di Perugia di “sperimentarsi” in una esperienza di servizio ai malati nel pellegrinaggio regionale dell’Unitalsi.
Ci sono solo due o tre chiese agibili, e per celebrare occorre fare i turni, mentre sono state cancellate le celebrazioni internazionali che solitamente si tenevano nella grande chiesa sotterranea, ora sommersa dall’acqua e dal fango. La processione aux flambeaux la sera è l’unico momento che accomuna i pellegrini di tutte le provenienze. Non si fa la processione del Santissimo, ma l’adorazione in una parte della prateria.
Intere aree sono transennate ma “sono state ripristinate le piscine, e la Grotta delle apparizioni continua a essere una calamita che attira i fedeli alla preghiera, anzi forse si può dire che c’è più concentrazione, più fede”. Mons. Bassetti, raggiunto al telefono a Lourdes, si fa nostro cronista speciale. Nelle sue parole trapela il dolore per il disastro dell’alluvione, temperato dalla constatazione della forza spirituale di questo luogo “tra i più misteriosi del mondo”.
Nonostante i disagi di cui soffre anche la città, con gli alberghi, negozi e servizi vicini al fiume raggiunti dalle acque, al pellegrinaggio regionale Unitalsi si respira “un bel clima”. Quando lo raggiungiamo al telefono lunedì scorso mons. Bassetti ha appena concluso la liturgia penitenziale dove con gli altri preti umbri è stato per oltre due ore a disposizione dei pellegrini per le confessioni e a messa hanno festeggiato il cinquantesimo di ordinazione di don Antonio Maniero, di Terni a Lourdes in carrozzella. I malati e i volontari dell’Unitalsi vengono da tutta l’Umbria, con la provenienza segnalata dallo stendardo della propria diocesi, “ma si respira un bel clima” osserva mons. Bassetti sottolineando “l’affiatamento tra i preti umbri” dovuto anche al fatto di conoscersi “dagli anni del Seminario fatto al Regionale di Assisi”.
Per i giovani perugini, accompagnati dai responsabili della Pastorale giovanile e vocazionale don Riccardo Pascolini, don Francesco Verzini e don Alessandro Scarda, l’esperienza nuova mette a prova tutta la loro energia. dal Santuario all’ostello in cui sono ospitati li separa mezz’ora di camminata, e nei momenti liberi dal servizio ai pellegrini fanno un supplemento di aprofondimento visitando i luoghi testimoni della storia delle apparizioni e dei veggenti.
“I ragazzi – racconta don Verzini – sono divisi in gruppi da sei e vanno ogni mattina all’ospedale dell’Unitalsi, dove aiutano malati e disabili ad alzarsi, a pranzare, a cenare…, soprattutto li accompagnano alle celebrazioni principali del pellegrinaggio e nei luoghi di preghiera. Gli stessi malati hanno chiesto ai nostri ragazzi di aiutarli a fare la doccia, a vestirsi… Quindi hanno avuto subito un impatto forte con la sofferenza, ma con una sofferenza che non limita, ma che in realtà diventa ricchezza”.
A Lourdes basta guradarsi intorno per vedere quanta sofferenza c’è. Ma la «sensazione più forte» Letizia, una dei giovani volontari, l’ha provata quando si è inginocchiata per la prima volta davanti alla Grotta ed ha “sentito di stare difronte a qualcosa di veramente sacro e capire che Maria c’è davvero ed è lì a braccia aperte. E quanto ti trovi davanti a questa grandezza, a questa pienezza, non puoi far altro che sentirti così piccola, ma nello stesso tempo ti senti così amata e stai lì e ti godi questo amore gratuito che riempie e ricarica la tua fede”.
TUTTI GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA