Gubbio si ripropone ancora una volta quale autentica città del Natale, utilizzando le sue iniziative più celebri per richiamare i valori del periodo. L’Albero di Natale più grande del mondo disegnato sulla facciata del monte Ingino proietta la sua luce e i suoi messaggi ben oltre l’altipiano, mentre la grande stella aggrappata a ridosso della Rocca, con il suo passare dall’azzurro al bianco al giallo con l’alternarsi dei colori, ne valorizza fascino e suggestione.
Nel quartiere San Martino, nel cuore del centro storico, è tornato il presepe a dimensione naturale, che presenta quest’anno la novità della scena “fluviale” allestita lungo il letto e gli argini del torrente Camignano.
Due importanti testimonianze del volontariato e dell’attaccamento degli eugubini alla loro città e alle sue tradizioni, comprese quelle natalizie vissute però ben oltre la patina delle apparenze, per richiamarne significato e valori. Sintomatica la decisione di chiamare ad “accendere” la grande decorazione luminosa il direttore della Caritas nazionale mons. Francesco Soddu, un riconoscimento al volontariato, grande scuola di vita.
Il volontariato è anche il grande protagonista del presepe a dimensione naturale allestito nel quartiere di San Martino. Oltre 300 personaggi a richiamare le scene della Natività e quelle tipiche del periodo, che trovano nella singolare ambientazione un tocco ulteriore di autenticità ed invito alla meditazione. Si situano infatti nei vicoli e nei fondaci, messi gratuitamente a disposizione, di quello che è il tessuto architettonico-urbanistico più significativo del vecchio edificato. Figlio del più puro volontariato, è anche occasione di socializzazione e di orgoglio territoriale che stimola e sollecita il contributo dei residenti, senza distinzione alcuna.
In una società portata a chiudersi su se stessa, il volontariato favorisce il dialogo e coltiva il piacere dello stare insieme, dello spendersi per. Un lavoro che comporta oltre tre mesi di impegno, sfidando spesso il freddo della notte, reso ancora più pungente dalle folate di vento che vengono giù dal monte Foce. Alla fine, comunque, gli apprezzamenti e i giudizi altamente positivi di quanti, visitandolo, si sentono parte integrante di questo sforzo collettivo, ripagano dei sacrifici sostenuti.
Ancora nel quartiere di San Pietro è ritornata a splendere puntualmente nella piazza omonima la grande Stella cometa, mentre sulle facciate della case sono apparsi pacchi policromi: un invito a riempirli con messaggi augurali.