Università per Stranieri, cento anni dalla fondazione. Il presidente Mattarella ha inaugurato l’Anno accademico

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con Valerio De Cesaris, Rettore dell’Università per Stranieri di Perugia (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

«Se l’Italia è un Paese accogliente e aperto, lo deve anche all’Università per gli Stranieri di Perugia». È in sintesi quanto ha detto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo a Perugia, il 12 febbraio, all’inaugurazione del centesimo Anno Accademico di questa prestigiosa Università, fondata nel 1925.

Presenza, quella del presidente Mattarella, che «è un riconoscimento importante per questa istituzione tanto preziosa per la città di Perugia e per la diplomazia culturale italiana, oltre che un segno di attenzione agli studenti che lei non fa mai mancare». Così, nel suo intervento, il magnifico rettore Valerio De Cesaris.

Le istituzioni presenti

Alla cerimonia inaugurale tenutasi in una gremita Aula Magna di Palazzo Gallenga, sede dell’Università per Stranieri, erano presenti i rappresentanti delle istituzioni civili, del mondo della cultura ed accademico, militari e religiose del capoluogo umbro, oltre a una numerosa rappresentanza di Atenei italiani con i loro rettori e prorettori e di studenti accolti in alcune aule. Numerosi anche i giornalisti e gli operatori dei media per i quali era stata allestita una sala stampa.

La Chiesa era rappresentata dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Ivan Maffeis e dal suo predecessore il cardinale Gualtiero Bassetti, già presidente della Cei.

Intonato l’Inno di Mameli dai liceali del “Mariotti”

Ad intonare l’Inno di Mameli nell’Aula Magna è stata l’Orchestra del Liceo classico e musicale statale “A. Mariotti” di Perugia. Prima ancora il presidente Mattarella, giunto da Roma all’aeroporto “San Francesco d’Assisi”, è stato salutato in piazza dell’Università per Stranieri da numerosi alunni delle scuole e cittadini, ed accolto dalla presidente della Regione Stefania Proietti, dalla sindaca Vittoria Ferdinandi, dal presidente della Provincia Sandro Pasquali e dal prefetto Armando Gradone, mentre il Rettore De Cesaris lo ha atteso all’ingresso dell’Ateneo.

Le testimonianze di studenti internazionali

Dopo la relazione del prof. De Cesaris, sono intervenuti la presidente del Collegio dei rappresentanti degli studenti Alice Aguiari e la rappresentante del personale tecnico-amministrativo dell’Ateneo Tiziana Daiani.

Significative anche le testimonianze di quattro studenti internazionali: Lara Catalina, studentessa della Colombia; Frank Ngamawe, studente del Camerun, Giada Liu Jun, studentessa della Cina, e Dennis Keyonzo, studente del Kenya.

Tra gli iscritti il segretario di Benedetto XVI e l’attentatore di Giovanni Paolo II

All’inizio della cerimonia è stato proiettato un trailer dell’interessante documentario realizzato dalla Rai Umbria in occasione dei cento anni di quest’Ateneo. Una storia degli eventi più salienti del primo secolo di vita di questa prestigiosa istituzione culturale che alla fine degli anni ’70 ha raggiunto quasi 11mila iscritti.

Tra le voci note del documentario Rai, quella dell’arcivescovo Georg Gaenswein, già segretario di papa Benedetto XVI, attuale nunzio apostolico nei Paesi Baltici, ex allievo della Stranieri di Perugia.

Il documentario Rai non ha trascurato nemmeno la vicenda di uno iscritto alla Stranieri che si è “conquistato”, per il suo efferato gesto, un posto nella storia del ‘900: Mehmet Alì Agca, l’attentatore di papa Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro, il 13 maggio 1981.

Le parole del presidente Mattarella

E nel citare alcune vicende nefaste del XX secolo, quasi coincise con buona parte della storia di «un percorso straordinario di quest’Ateneo», ha tenuto il suo intervento a braccio il Presidente Mattarella dopo che aveva ascoltato i discorsi dei quattro studenti internazionali.

«L’Ateneo ha incontrato in questo secolo stagioni diverse – ha detto Mattarella –, ha incontrato la stagione per alcuni decenni in cui in Europa si erano insediate alcune oppressioni dittatoriali, ha incontrato gli anni drammatici sanguinosi della Seconda guerra mondiale. Ha incontrato le crudeltà che questo ha portato nel nostro continente, ma poi ha incontrato anche decenni straordinari di grande suggestione e fascino. Quelli della integrazione europea, della pacificazione di un continente che per secoli si era sanguinosamente combattuto al proprio interno, gli anni della fine del colonialismo, gli anni che hanno sottolineato nella comunità internazionale l’uguaglianza, la piena dignità uguale di ogni donna, ogni uomo sulla terra e degli Stati, nei Paesi fra di loro. È stato un percorso straordinario, raccolto nei valori anche della nostra Costituzione».

Uno specchio del mondo

Valori che sono stati attuati da colui che guidò quest’Ateneo dopo la liberazione, Aldo Capitini, ha evidenziato il Presidente della Repubblica definendolo «campione della non violenza e della pace», riprendendo l’espressione usata dal Rettore De Cesaris «nessuno qui è straniero, sono tutti in casa propria gli studenti presenti in questo Ateneo».

Ha poi definito l’Università per Stranieri come uno «specchio del mondo con le sue preziose diversità, che sono anche una ricchezza che arricchisce vicendevolmente e che questo Ateneo pratica e coltiva in maniera esemplare».

«È tutto nell’ottica e nella convinzione – ha proseguito il Capo dello Stato – che la cultura sia veicolo di pace, di dialogo, di collaborazione, di amicizia… Anche in questa nostra stagione registriamo fenomeni contraddittori, guerre, violenze, disorientamenti».

Allo stesso tempo «registriamo grandi opportunità che vengono offerte alla vita internazionale, alla vita dell’umanità e della scienza e quindi con continui interrogativi su quale strada imboccare, su quali scelte compiere. E in questo c’è il compito delle università, anche di questo Ateneo, con questa sua peculiare caratteristica di tante diversità che hanno un comune valore che le tiene insieme: la cultura, l’apertura vicendevole».

L’immagine offerta dall’Università

«È l’immagine che l’Ateneo ha offerto nel corso di questo secolo, di un’Italia, un Paese accogliente, aperto», ha evidenziato il Presidente Mattarella avviandosi alla conclusione del suo intervento richiamandosi anche ai discorsi dei quattro studenti provenienti da varie parti del mondo.

Essi, ha detto il Presidente della Repubblica, «hanno descritto questo Ateneo non soltanto come un luogo in cui si studia e si incontra professionalità docente adeguata, ma come un luogo in cui i docenti esprimono anche un’attitudine, una disponibilità di carattere umano che è quella che rende efficace l’insegnamento dandogli valore».

Le parole del rettore Valerio De Cesaris

Il Rettore De Cesaris nel suo intervento di saluto a Mattarella, oltre a fare qualche cenno storico dovuto a questi primi cento anni dell’Ateneo, si è soffermato sulla «missione istituzionale alla luce di una storia ormai lunga, non trascurando i suoi studenti.

«Care studentesse e cari studenti, quando avete manifestato per il popolo palestinese da molti non siete stati capiti. A causa dei comportamenti violenti di alcuni e degli slogan antisemiti urlati, si è detto che erano manifestazioni sbagliate. Ma ciò che è sempre sbagliato è l’indifferenza.

Vi ringrazio per non essere indifferenti di fronte alle guerre e alle ingiustizie. Questa Università è vostra alleata nelle lotte per la pace, per i diritti delle persone, per la libertà di esprimere il proprio dissenso. In queste aule hanno studiato tanti greci, espatriati durante la dittatura dei colonnelli, tanti iraniani prima e dopo la rivoluzione khomeinista del 1979, tanti scandinavi, assieme a persone di ogni nazionalità».

In questa Università nessuno è straniero

Soffermandosi sullo scorso Anno accademico il prof. De Cesaris ha precisato: «abbiamo avuto nei corsi di laurea da 75 Paesi diversi, nei corsi di lingua italiana studenti da ben 110 Paesi, tra di loro russi e ucraini, israeliani e palestinesi. Questo è un luogo di cultura e di incontro in cui accogliamo gli studenti nel rispetto di ogni differenza e nella valorizzazione dei talenti di ciascuno. A dispetto del suo nome, infatti, in questa Università nessuno è straniero».

Le parole del card. Gualtiero Bassetti

A margine della cerimonia dei cento anni dell’Università per Stranieri di Perugia abbiamo raccolto il commento del cardinale Gualtiero Bassetti, il primo a cui il Presidente Mattarella ha rivolto il saluto nel prendere la parola.

«Oggi era doveroso essere presenti a questo evento centenario, soprattutto celebrarlo con il Presidente della Repubblica, perché, purtroppo ci stiamo abituando a un relativismo che, anche le cose più serie sono destinate a finire alla svelta. C’è una storia, c’è dietro un umanesimo grande, ci sono gli incontri delle culture e quindi è stato bene sottolineare questo. Soprattutto in un momento in cui sembra che alcuni valori non solo siano messi in discussione, ma purtroppo anche sotto i piedi. Ben vengano delle commemorazioni di questo tipo che ci fanno ritornare alle nostre radici, che ci aiutano a scoprire una identità nuova per affrontare il futuro».

A cura di Manuela Acito e Riccardo Liguori

 

La fotogallery
(Foto di Francesco Ammendola – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

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